lunedì 19 agosto 2019

Dopo 10 anni



Negli ultimi 3 anni non ho aggiornato il diario di questo acquario, un po' per pigrizia e un po' perché non c'era nulla di nuovo che fosse degno di essere annotato.
Tenendo conto dei nei loro cicli naturali di riproduzione e scomparsa i pesci sono rimasti gli stessi e anche le piante. Le alghe sono comparse e scomparse varie volte e l'acquario è stato in certi momenti meraviglioso ed in altri inguardabile.

Per i suoi 10 anni avevo pensato di affiancare una serie di foto che mostrassero la sua evoluzione anno per anno, ma il 2018 è passato senza che io trovassi il tempo di raccogliere le foto più belle. Anzi per dirla tutta non ci sono foto del layout completo del 2017 e del 2018 e quella che riporto qui di seguito è l'unica decente del 2019.



Per contro ho avuto modo di testare una reflex eseguendo qualche scatto dell'acquario e, grazie ad una macchina molto più performante della mia compatta, sono riuscito ad ottenere qualche buono scatto degli ospiti:
Guppy femmina

Guppy femmina

Avanotto di Guppy (1gg)
Caridina multidentata (form. Caridina Amano) maschio

Da alcuni mesi la pompa mostra una rumorosità molto elevata e le guarnizioni della vasca si sono staccate in alcuni punti al momento della pulizia. Quest'ultimo fatto mi ha convinto che era opportuno chiudere questa esperienza evitando di arrivare al punto di rottura della vasca. Ho iniziato quindi a cercare dei nuovi proprietari per le piante e i pesci che sono rimasti nell'acquario e pian piano provvederò a svuotarlo e smantellarlo.

Questa presa di coscienza mi ha portato ad alcune riflessioni sugli 11 anni di vita di questo acquario:
La pompa e il riscaldatore sono ancora quelli originali in dotazione alla vasca e solo ora la pompa sta mostrando segni di rumorosità. Per contro del gruppo di illuminazione ho cambiato oltre alle lampade e gli starter anche il trasformatore che è durato più o meno 3 anni.

Il fondo di akadama è stato integrato almeno 2 volte per compensare quello che rimuovevo cercando di eliminare le alghe. Tutto sommato, anche continuo a trovarlo piacevole da guardare e si è mostrato abbastanza duraturo.

Alcune specie di piante sono presenti dal primo giorno: Limnophila Sessiflora, Hemianthus micranthemoides e Ceratophyllum demersum

Tutte le piante per il primo piano sono durate molto poco es:
Hemianthus callitrichoides (da aprile a Luglio del 2008)
Utricularia graminifolia (da Luglio a Dicembre 2008)
Lilaeopsis (da Gennaio a Marzo 2009)
Eleocharis parvula (da Febbraio a Novembre 2015)
sintomo probabilmente di una scarsa quantità di luce.

Una nota piacevole è data dai gamberetti  Caridina multidentata (form. Caridina Amano). Quando ho avviato l'acquario avevo una femmina proveniente dalla vasca precedente a cui ho aggiunto 3 esemplari (1 femmina e 2 maschi) ad aprile 2008 ai quali ho aggiunto 5 esemplari nel gennaio 2009.
Ad agosto 2019 ho contato in vasca 3 maschi e 3 femmine e, non avendo mai osservato nascite nell'acquario devo ipotizzare che abbiano dai 10 ai 12 anni di vita.







domenica 28 febbraio 2016

Echinodorus - aggiornamento


A novembre ho piantato due piantine di Echinodorus quadricostatus "magdalenensis" e, a distanza di di te mesi, senza volerlo ho scattato loro una foto quasi dalla stessa angolazione di quella scattata allora.


Confrontandole appare evidente come in tre mesi il numero delle foglie sia più che raddoppiato e come le piante si mostrino in perfetta salute.
Anche le propaggini si sono allungate di parecchio e si stanno sviluppando nuove piantine di una certa dimensione...

sabato 27 febbraio 2016

Hygrophila difformis

Quando ho acquistato l' Echinodorus quadricostatus, lavandone le foglie nell'acqua ho notato una foglia diversa dalle altre: meno affusolata e più chiara.
Visto che in base mostrava una piccola radice ho provato a piantarla e dopo un mesetto sono riuscito ad identificare la pianta che è cresciuta in Hygrophila difformis che ha proprio la caratteristica di avere foglie notevolmente differenti fra la crescita emersa e quella sommersa.

Nelle foto sotto una delle piante ottenute a 3 mesi da quando ho piantato la prima foglia:







Come al solito ho raccolto qualche dato sulla pianta in questione:

Hygrophila Difformis (Tropica n°  051BDT)


Famiglia:  Acanthaceae
Provenienza: Bangladesh, Bhutan, India, Nepal

Dimensioni:
   Altezza: 20-30 cm
   Largezza: 6-12 cm

Valori Dell'acqua:
  Temperatura: 22/28°C;
  Durezza: 7-15 dGH
  pH: 6-7;

Caratteristiche:
  Crescita: veloce
  Moltiplicazione: Per talea terminale, Germogli laterali. Abbastanza lenta (in coltivazione sommersa)
  Luce: Bassa - Molto intensa (a seconda della fonte)
  CO2: Bassa (20 - 30 mg/l)
  Difficoltà: facile
  Substrato:  Sabbioso con aggiunta di terriccio

Le foglie emerse hanno una forma semplice con bordi leggermente dentellati.
Le foglie sommerse hanno invece un taglio pennato, che conferisce alla pianta un meraviglioso aspetto di filigrana.
La riproduzione è molto semplice: togliere i germogli laterali da quello principale e ripiantarli.

Pianta rustica e robusta, molto adattabile a tutte le condizioni di coltivazione. E' una tra le poche piante che in acqua salmastra crescono belle, folte e prosperose, adatta ad essere messa in acquari appena allestiti, poichè la crescita rapida contribuisce ad eliminare le sostanze nutritive in eccesso presenti in acqua, ostacolando in tal modo la crescita delle alghe.
La carenza di micronutrienti porta a foglie pallide, che possono essere un'indicazione che l'acquario ha bisogno di fertilizzanti.




venerdì 27 novembre 2015

Echinodorus quadricostatus "magdalenensis"

Dopo  Hemianthus callitrichoides, Utricularia graminifolia,e Lilaeopsis  ho aggiunto l' Eleocharis parvula alla lista dei fallimenti per un primo piano decente.
Tutte queste specie, dopo un apparente attecchimento iniziale, sono state progressivamente soffocate dalle diverse alghe. Trattandosi di piante con steli molto sottili i tentativi di liberarle dalle alghe non hanno fatto altro che accelerare la loro scomparsa.

In questo caso il problema è stato accentuato da una serie di problemi iniziati dalla radice che avevo introdotto lo scorso novembre e che, all'inizio delle estate, ha iniziato a marcire riempendosi di alghe (in particolare BBA).
Dopo la sua rimozione l'acquario, che già era svuotato del suo elemento principale,   ha subito un ulteriore infestazione da parte di un'alga che non era mai stata presente in precedenza e che ho identificato come Cladophora crispata.

Ulteriori pulizie hanno portato quindi all'eliminazione quasi totale delle piante, ad una sostituzione di parte del materiale del fondo.

Con pazienza ho iniziato ad allargare le poche piante rimaste e dopo una pulizia approfondita ho spaccato una delle rocce rimosse a novembre per distribuirne i piccoli pezzi in vari punti. Lo scopo era quello di riempire un po' i vuoti e di farlo dando un estetica più naturale al tutto.

A questo punto ho rinunciato all'idea di un pratino in primo piano e mi sono orientato verso l' Echinodorus quadricostatus "magdalenensis" che è considerata una pianta facile e a crescita e diffusione rapide.


Ho raccolto alcune informazioni da varie fonti:

Echinodorus quadricostatus "magdalenensis",  Tropica No. (068)


Famiglia: Alismataceae
Provenienza: Sud America (Colombia)

Dimensioni:
Altezza: 5-15 cm
Larghezza: 10-15 cm

Valori dell'acqua:
Temperatura: 18-28°C
Durezza: tenera-media
pH: 6 - 8

Caratteristiche:
Crescita: Veloce
Luce: Bassa
CO2: Bassa
Difficoltà: facile

Si conoscono 3 varietà di Echinodorus quadricostatus che differiscono per l'habitat e per i semi.
La varietà Echinodorus quadricostatus "magdalenensis" è una bella pianta molto adatta da primo piano, di colore verde-chiaro, che crea un bel contrasto con le piante di colore verde-scuro presenti in acquario. Il nome è derivato dal suo ambiente naturale, il fiume Magdalena in Colombia.
La foglia spadata è larga 0,5 - 1 cm
Si tratta di specie spermatofite ma i fiori piccoli e bianchi si sviluppano solo al di sopra della superficie dell'acqua. In acquario ssi riproduce per via vegetativa - dalle propaggini ( germogli laterali ) . E' possibile tagliare il germoglio laterale quando piantina ha messo radici .Solitamente la pianta produce diramazioni ogni 5-10 cm sul fondo dell'acquario e le nuove piante si sviluppano molto presto. La pianta madre trasferisce molte delle proprie energie alle nuove piante e se la connessione viene tagliata, la pianta madre cresce in modo vigoroso. 


La pianta da me acquistata si presentava in buone condizioni con un paio di propaggini già sviluppate.
In realtà una volta estratta dal vasetto le piante si sono rivelate essere due di cui una con due propaggini di buona grandezza(che ho seprato immediatamente) e una con una propaggine piccola in fase di sviluppo.
Ho quindi ottenuto 4 piante con un solo acquisto...
Spero in una crescita relativamente rapida in modo da poterle distribuire su tutto il primo piano.


lunedì 2 febbraio 2015

Eleocharis parvula

Continuando il rinnovamento dell'acquario ho deciso di riprovare a creare un prato di primo piano.
L'idea è presente fin dal progetto iniziale ma i precedenti tentativi con Hemianthus callitrichoides, Utricularia graminifolia,e Lilaeopsis sono clamorosamente falliti probabilmente a causa della luce troppo scarsa.

Dopo aver cercato una pianta meno esigente per il primo piano ho deciso di ordinare un vasetto di Eleocharis parvula. Il mio commerciante di fiducia mi ha fatto arrivare una confezione della Anubias in cui la pianta è immersa in gel di coltivazione che va adeguatamente sciacquato.

La confezione, molto elegante riporta i dati delle condizioni ideali di coltivazione


 e contiene un fitto insieme di piantine il cui volume è più o meno equivalente a quello dei tradizionali vasetti.


Come da raccomandazioni ne ho ottenuto una serie di ciuffi che ho piantato, un po' distanziati fra loro, in un'area appositamente liberata nell'acquario.



L'idea è di allargare la superficie dedicata una volta verificato che le piante attecchiranno in maniera adeguata.




Come per altre piante riporto una scheda ottenuta cercando i dati da più fonti possibile:

Eleocharis parvula, Tropica No. (132C)

Famiglia:  Cyperaceae
Genere: Eleocharis
Nomi comuni: giunchina piccina o giunchina minuscola
Provenienza: Europa e Africa, diffusa anche in qualche zona del continente Americano. In italia è presente in Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Sardegna.

Dimensioni: Altezza massima 15cm
Altezza media: 5-10 cm.
Larghezza media: 8-10 cm.

Valori Dell'acqua:
Temperatura: 10-28°C
Ph: 6-7,5 (8.0 secondo alcune fonti)
Gh: 6-20 (5-15°dGH secondo alcune fonti)

Luce: Illuminazione da moderatamente intensa ad intensa

Moltiplicazione: Tramite stoloni

Morfologia:
piccola pianta aghiforme a rosetta. In condizioni idonee stolona e produce nuove piantine con sorprendente rapidità, andando in breve tempo a colonizzare tutto il fondale. L'altezza massima in acquario dipende dalle condizioni  di luce, e può variare da 2 a 10 cm.


Può essere facilmente confusa con la sorella maggiore Eleocharis acicularis. Una volta adattata alla sommersione invece sarà praticamente impossibile confonderla con la E. acicularis, prorio per la netta differenza di lunghezza delle foglie (maggiore in E. acicularis e minore in E. parvula).

Caratteristiche:
Pianta palustre adattabile sia a coltivazione emersa che sommersa. Prolifera lentamente tramite stoloni sotterranei, va coltivata in folti gruppi con i quali è possibile creare pratini.

Necessita di una fertilizzazione perlopiù del substrato.

E' consigliabile piantarla in un substrato sabbioso o a grana fine per evitare la rottura delle fragili radici.

Va piantata in piccoli ciuffetti posti a distanza tra loro.

Per far si che cresca bassa e che metta gli stoloni che portano alla formazione di un vero e proprio prato in acquario, necessita di un'illuminazione intensa e di un'abbondante erogazione di CO2.


Posizione In Acquario:

adatta alla zona anteriore della vasca e/o per attorniare la base di gruppi rocciosi. In allestimenti in stile "Iwagumi" viene spesso usata per coprire l'intera superficie piantumabile dell'acquario.


Modalità di Riproduzione:

in natura si riproduce grazie a minuscole infiorescenze prodotte in emersione, evento pressochè impensabile in acquario, ove l'unico modo per riprodursi è la stolonatura o, volendo, il taglio e lo spostamento di porzioni di stolonatura. Sotto un'illuminazione intensa consiglio di potare frequentemente questa pianta, con forbici specifiche a punta curva ben affilate, la pianta reagirà rapidamente producendo foglie sempre più piccole, otterrete così una crescita più compatta e densa.





lunedì 26 gennaio 2015

Nuova Lampada

Quest'anno ho ritardato il cambio lampada, un po' perché indeciso su quale lampada usare, un po' perché ero impegnato nel pensare alla revisione completa dell'acquario.

Dopo aver sfruttato la prima lampada in dotazione dell'acquari, per le sostituzioni successive ho sempre scelto la Philips TLD 865 con risultati, tutto sommato adeguati. Chiaramente il limite di avere un solo neon da 30W è evidente quando si tenta di coltivare piante più esigenti.

Di recente ho avuto occasione di vedere un acquario che montava una lampada con una forte dominante azzurra che rendeva l'acquario innaturale ma rilassante. Ho cerato quindi di capire se potevo alzare leggermente la temperatura di colore della lampada senza arrivare ad avere una resa così innaturale.
Prendendo spunto dal fatto che Takashi Amano ha sempre suggerito lampade da 8000°K ho provato a cercare nei cataloghi una lampada da 7500-8000°K. Ho scoperto che Philips non propone nulla con quella gradazione se non delle lampade Food.

Cercando e ricercando comunque ho trovato un ottima offerta per una lampada per acquari da 7500°K ed ho finito per acquistarla.
La lampada è una Haquoss Solarmax T8 che risulterebbe prodotta da Acquarialand ma in realtà é un prodotto cinese rimarchiato.

Nel sito Acquarialand non sono disponibili molti dati tecnici se non che si tratta di un trifosforo di cui, dallo striminzito grafico disponibile, non si riesce a capire la resa spettrale.


Una volta installata comunque la lampada ha dato una buona resa luminosa ed è visivamente gradevole anche se non si riesce a cogliere ad occhio nudo una gran differenza con la tonalità della 865.

Ecco un paio di scatti  presi alla luce della uova lampada:


lunedì 17 novembre 2014

Restart

E' passato oltre un anno dall'ultimo appunto che ho scritto sull'acquario. Il motivo è relativamente semplice: non c'era nulla da scrivere.Niente novità, niente alghe, niente nuovi pesci o piante.

Nel frattempo stavo progettando un rifacimento del layout che passava per la sostituzione dei legni presenti (che dopo sei anni in immersione, si stavano decomponendo) e per la rimozione delle pietre che erano ormai coperte di alghe (BBA).



Lo scorso autunno ho iniziato una ricerca di rami di essenze nostrane. Ma i legni più belli che mi capitava di raccogliere, erano tutti troppo teneri (principalmente salice) o appartenenti a specie resinose. Stavo cercando di decidere se un bellissimo ramo di magnolia, da me recuperato, poteva essere utile, quando, in giardino, si è presentata la necessità di rimuovere una pianta di rosa canina divenuta troppo ingombrante. Dopo avere estirpato le radici mi sono  reso conto che una loro porzione (erano enormi) poteva essere usata per l'acquario.

Ho provveduto ad essiccare il ceppo durante l'anno appena trascorso, lasciandolo all'aria aperta finché, ad agosto, ho tagliato la porzione di radice che mi interessava. Ho trascorso un pomeriggio a fare prove di posizionamento con l'aiuto di un paio di cartoncini che avevo tagliato alle dimensioni dell'acquario.




Trovata la posizione che mi soddisfaceva ho tagliato un paio di rami che eccedevano lo spazio disponibile e ho scattato un paio di immagini che mi aiutassero a ricordare la posizione scelta. Al termine l'ho immersa in acqua in una ampia bacinella.

Nel frattempo nell'acquario ho iniziato a rimuovere due delle tre pietre presenti e, visto che la parte posteriore del fondo mi è sempre sembrata bassa, ho aggiunto ulteriore akadama al ritmo di un bicchiere per ogni cambio d'acqua: Per evitare di creare nuvole di polvere ho sciacquato preventivamente l'akadama in una vaschetta, poi raccolta con un bicchierino di plastica la immergevo molto lentamente tenendo la mano al di sotto del bicchiere già rovesciato. A questo punto era semplice rilasciare il terriccio nel punto desiderato senza disturbare i pesci presenti.

Due volte alla settimana, inoltre, provvedevo a cambiare l'acqua nella bacinella in cui la radice era immersa in quanto, per l'enorme quantità di tannino rilasciata, diventava di un colore marrone scuro nell' arco di un paio di giorni.
Pensavo di venirne a capo in un paio di settimane o al massimo un mese ma ho dovuto continuare con i cambi d'acqua fino a metà ottobre prima di ottenere il rilascio completo dei tannini.

A quel punto ho deciso di dedicare una giornata alla difficile impresa di rifare il layout senza vuotare l'acquario.

Ho rimosso la pietra restante e tutte le piante a stelo dalla parte sinistra dell'acquario, zona in cui avevo deciso di allocare la radice. Prima di inserire la radice in acquario ho legato alcune porzioni di muschio  ai rami e ho collocato in posizione opportuna varie piante di Microsorum che avevo appena tolto dall'acquario.
Ho inserito la radice in acquario e collocato nel retro le piante a stelo lasciando il primo piano completamente sgombero.
Visto che nonostante i due mesi passati in acqua la radice aveva ancora la tendenza a galleggiare ho reintrodotto, come zavorra, una delle pietre rimosse per prime che,  rimasta per un paio di mesi all'aria e al sole, aveva perso tutte le alghe che la infestavano.



Anche se le modifiche sono incomplete il risultato è molto gradevole e da molti spunti per la sua evoluzione.