lunedì 17 novembre 2014

Restart

E' passato oltre un anno dall'ultimo appunto che ho scritto sull'acquario. Il motivo è relativamente semplice: non c'era nulla da scrivere.Niente novità, niente alghe, niente nuovi pesci o piante.

Nel frattempo stavo progettando un rifacimento del layout che passava per la sostituzione dei legni presenti (che dopo sei anni in immersione, si stavano decomponendo) e per la rimozione delle pietre che erano ormai coperte di alghe (BBA).



Lo scorso autunno ho iniziato una ricerca di rami di essenze nostrane. Ma i legni più belli che mi capitava di raccogliere, erano tutti troppo teneri (principalmente salice) o appartenenti a specie resinose. Stavo cercando di decidere se un bellissimo ramo di magnolia, da me recuperato, poteva essere utile, quando, in giardino, si è presentata la necessità di rimuovere una pianta di rosa canina divenuta troppo ingombrante. Dopo avere estirpato le radici mi sono  reso conto che una loro porzione (erano enormi) poteva essere usata per l'acquario.

Ho provveduto ad essiccare il ceppo durante l'anno appena trascorso, lasciandolo all'aria aperta finché, ad agosto, ho tagliato la porzione di radice che mi interessava. Ho trascorso un pomeriggio a fare prove di posizionamento con l'aiuto di un paio di cartoncini che avevo tagliato alle dimensioni dell'acquario.




Trovata la posizione che mi soddisfaceva ho tagliato un paio di rami che eccedevano lo spazio disponibile e ho scattato un paio di immagini che mi aiutassero a ricordare la posizione scelta. Al termine l'ho immersa in acqua in una ampia bacinella.

Nel frattempo nell'acquario ho iniziato a rimuovere due delle tre pietre presenti e, visto che la parte posteriore del fondo mi è sempre sembrata bassa, ho aggiunto ulteriore akadama al ritmo di un bicchiere per ogni cambio d'acqua: Per evitare di creare nuvole di polvere ho sciacquato preventivamente l'akadama in una vaschetta, poi raccolta con un bicchierino di plastica la immergevo molto lentamente tenendo la mano al di sotto del bicchiere già rovesciato. A questo punto era semplice rilasciare il terriccio nel punto desiderato senza disturbare i pesci presenti.

Due volte alla settimana, inoltre, provvedevo a cambiare l'acqua nella bacinella in cui la radice era immersa in quanto, per l'enorme quantità di tannino rilasciata, diventava di un colore marrone scuro nell' arco di un paio di giorni.
Pensavo di venirne a capo in un paio di settimane o al massimo un mese ma ho dovuto continuare con i cambi d'acqua fino a metà ottobre prima di ottenere il rilascio completo dei tannini.

A quel punto ho deciso di dedicare una giornata alla difficile impresa di rifare il layout senza vuotare l'acquario.

Ho rimosso la pietra restante e tutte le piante a stelo dalla parte sinistra dell'acquario, zona in cui avevo deciso di allocare la radice. Prima di inserire la radice in acquario ho legato alcune porzioni di muschio  ai rami e ho collocato in posizione opportuna varie piante di Microsorum che avevo appena tolto dall'acquario.
Ho inserito la radice in acquario e collocato nel retro le piante a stelo lasciando il primo piano completamente sgombero.
Visto che nonostante i due mesi passati in acqua la radice aveva ancora la tendenza a galleggiare ho reintrodotto, come zavorra, una delle pietre rimosse per prime che,  rimasta per un paio di mesi all'aria e al sole, aveva perso tutte le alghe che la infestavano.



Anche se le modifiche sono incomplete il risultato è molto gradevole e da molti spunti per la sua evoluzione.