Dopo la scomparsa completa delle alghe sono riuscito a far ricrescere abbastanza piante da poter pensare ad un layout nuovo.
Per il momento mi accontento di potature di mantenimento in attesa che la situazione torni stabile per il momento le piante mostrano un aspetto vigoroso e l'acquario è molto gradevole da guardare.
Una foto presa lateralmente rende evidente la notevole ripresa della vegetazione...
giovedì 6 ottobre 2011
mercoledì 31 agosto 2011
Alghe scomparse 2
Nonostante le pulizie effettuate in Aprile l'infestazione di alghe in acquario è continuata fino alla scorsa settimana. Nel periodo trascorso ho tentato anche di ridurre il regime di funzionamento della vasca togliendo la CO2 e riducendo la fertilizzazione. L'accorgimento non ha portato alcun beneficio se non di ridurre la velocità di crescita delle piante e quindi la frequenza delle potature.
Essendosi aggiunto, nel frattempo, alle filamentose anche un bloom algale l'acqua risultava leggermente velata di verde. Mancando di una lampada UV per risolvere il problema ho tentato di aumentare la filtrazione e togliere nutrimento alle alghe usando del carbone attivo.
Il sistema ha decisamente funzionato: dopo tre giorni di filtrazione l'acqua era cristallina e sulla reticella che tratteneva il carbone si era raccolto un ammasso di materia verde.
Questo ovviamente non ha risolto il problema delle alghe filamentose che nonostante le abbondanti pulizie continuavano ad infestare le piante in primo piano. A questo punto ho provato a dosare il carbonio organico (Carbon plus), tramite una siringa, direttamente sulle piante infestate invece che diluire la dose settimanale in superficie. Le piante interessate hanno mostrato un improvviso sviluppo con relativa regressione delle alghe.
Vista la reazione (in aggiunta a quanto sopra) ho fatto ripartire la CO2 con la cura che la quantità immessa fosse la minima possibile (ottenuta aggiungendo bicarbonato alla soluzione di acqua-lievito). Nel giro di due giorni tutti i tpi di alghe presenti hanno iniziato a regredire.
Lo scatto che segue mostra chiaramente come l'area (prima coperta da filamentose) sia completamente pulita fatto salvo tracce di cianobatteri nel punto di contatto fra il vetro frontale e il fondo.
Essendosi aggiunto, nel frattempo, alle filamentose anche un bloom algale l'acqua risultava leggermente velata di verde. Mancando di una lampada UV per risolvere il problema ho tentato di aumentare la filtrazione e togliere nutrimento alle alghe usando del carbone attivo.
Il sistema ha decisamente funzionato: dopo tre giorni di filtrazione l'acqua era cristallina e sulla reticella che tratteneva il carbone si era raccolto un ammasso di materia verde.
Questo ovviamente non ha risolto il problema delle alghe filamentose che nonostante le abbondanti pulizie continuavano ad infestare le piante in primo piano. A questo punto ho provato a dosare il carbonio organico (Carbon plus), tramite una siringa, direttamente sulle piante infestate invece che diluire la dose settimanale in superficie. Le piante interessate hanno mostrato un improvviso sviluppo con relativa regressione delle alghe.
Vista la reazione (in aggiunta a quanto sopra) ho fatto ripartire la CO2 con la cura che la quantità immessa fosse la minima possibile (ottenuta aggiungendo bicarbonato alla soluzione di acqua-lievito). Nel giro di due giorni tutti i tpi di alghe presenti hanno iniziato a regredire.
Lo scatto che segue mostra chiaramente come l'area (prima coperta da filamentose) sia completamente pulita fatto salvo tracce di cianobatteri nel punto di contatto fra il vetro frontale e il fondo.
lunedì 11 luglio 2011
Recupero delle Anubias
Nonostante le cure, negli ultimi mesi, ho visto le varie piante di Anubias riempirsi di alghe verdi e ridurre progressivamente la superficie fogliare. Alcuni rizomi hanno iniziato a marcire portando alcune piante al collasso nonostante le cure.
Dopo aver tentato un po' di tutto per recuperare le piante ho deciso di concentrarmi su tre soli esemplari per un ultimo tentativo.
Il primo l'ho semplicemente spostato in un contenitore riempito di acqua dell'acquario e abbondante fertilizzante (compreso carbonio organico) in modo da essere certo non vi fosse alcun tipo di carenza. Questo esemplare è letteralmente imploso come altri in precedenza.
Il secondo esemplare, ricordando che le Anubias sono piante sciafile, l'ho posto all'ombra ed ha mostrato pian piano di migliorare le condizioni anche se non in maniera soddisfacente.
Per il terzo, ricordando che queste piante non vivono, in natura, sempre sommerse l'ho adagiato sulla lana di perlon di cui è composto il prefiltro. Ho fatto in modo che le radici più lunghe fossero immerse ma che il rizoma e le foglie rimanessero esposte all'aria.
Il risultato è stato notevole: la pianta ha perso le vecchie foglie sommerse, che comunque erano danneggiate, ed ha emesso nuove foglie che, per quanto piccole di dimensioni, presentavano un bel colore verde brillante.
Quanto la pianta ha raggiunto le tre foglie ho provveduto a rimetterla in acquario dove sembra rimasta stabile da un paio di settimane a questa parte.
Ho provato ora a spostare una seconda pianta (più malridotta della precedente) nel prefiltro per capire se la tecnica è riproducibile, Nel frattempo ho spostato gli esemplari rimanenti all'ombra di altre piante per stabilizzare le loro condizioni.
Dopo aver tentato un po' di tutto per recuperare le piante ho deciso di concentrarmi su tre soli esemplari per un ultimo tentativo.
Il primo l'ho semplicemente spostato in un contenitore riempito di acqua dell'acquario e abbondante fertilizzante (compreso carbonio organico) in modo da essere certo non vi fosse alcun tipo di carenza. Questo esemplare è letteralmente imploso come altri in precedenza.
Il secondo esemplare, ricordando che le Anubias sono piante sciafile, l'ho posto all'ombra ed ha mostrato pian piano di migliorare le condizioni anche se non in maniera soddisfacente.
Per il terzo, ricordando che queste piante non vivono, in natura, sempre sommerse l'ho adagiato sulla lana di perlon di cui è composto il prefiltro. Ho fatto in modo che le radici più lunghe fossero immerse ma che il rizoma e le foglie rimanessero esposte all'aria.
Il risultato è stato notevole: la pianta ha perso le vecchie foglie sommerse, che comunque erano danneggiate, ed ha emesso nuove foglie che, per quanto piccole di dimensioni, presentavano un bel colore verde brillante.
Quanto la pianta ha raggiunto le tre foglie ho provveduto a rimetterla in acquario dove sembra rimasta stabile da un paio di settimane a questa parte.
Ho provato ora a spostare una seconda pianta (più malridotta della precedente) nel prefiltro per capire se la tecnica è riproducibile, Nel frattempo ho spostato gli esemplari rimanenti all'ombra di altre piante per stabilizzare le loro condizioni.
mercoledì 20 aprile 2011
Mikrom
Ho iniziato una modifica al protocollo di fertilizzazione. L'idea era di introdurre il Mikrom come fonte di microelementi,ed eventualmente integrare il ferro mancante al Mikrom con un altro prodotto.
Le necessità medie di una vasca abbondantemente piantumata si possono approssimare con i seguenti valori in ppm/assoluti (varie fonti - una attendibile sul forum Rare Aquatic Plants):
Vediamo di fare alcune considerazioni partendo dal Mikrom la cui composizione in % è:
Mg 3, SO3 6, Fe 4, B 0,5, Cu 0,5, Zn 1, Mn 4, Mo 0,2,
Ho quindi preparato una soluzione così composta: Acqua 100ml / Mikrom 10g.
Dosando settimanalmente 4ml di soluzione si ottengono i seguenti apporti:
Quindi:
Rimangono quindi 3 valori su cui ragionare:
NO3, CO2 e PO4 che sono i principali macro nonchè gli elementi del Redfield Ratio ovvero i valori dal cui equilibrio dipende la presenza di alghe in acquario.
Con l'introduzione del Mikrom vorrei tentare anche la riduzione della CO2 e di conseguenza le necessità di NO3 e PO4.
L'impianto a lievito di CO2 infatti non mi permette di regolare adeguatamente la dose di questo elemento e 'falsa' le necessità degli altri. Tenterò quindi di portare tutto a 'velocità' di richiesta minori.
Rimane un dubbio sull'oportunità di continuare o meno a dosare carbonio organico. Ultimamente non sembra più avere alcun effetto sulle piante per cui potrebbe essere sensata una sospensione se non altro per verificare la risposta dell'intero sistema acquario.
Dopo avere utilizzato per 4 settimane il Mikrom è rilevabile un primo cambiamento: con i vari fertilizzanti completi per acquario usati in precedenza il valore del ferro non era mai rilevabile, nemmeno misurando immediatamente dopo la fertilizzazione, neanche con fertilizzanti più specifici come il Ferropol. Misurando il valore del Fe in colonna pochi minuti dopo avere fertilizzato con il Mikrom sono riuscito a rilevare 0,2 mg/l. Questo sembrerebbe indicare un dosaggio più corretto e una migliore disponibilità in colonna.
Le necessità medie di una vasca abbondantemente piantumata si possono approssimare con i seguenti valori in ppm/assoluti (varie fonti - una attendibile sul forum Rare Aquatic Plants):
6-7 | pH |
6-11 | kH |
20-35 | CO2 |
5-15 | NO3 (oltre proliferazione alghe, >100 dannoso per i pesci) |
0 | NO2 |
0,2-1 | PO4 (oltre proliferazione alghe) |
30-40 | K (oltre non troppo dannoso) |
50-60 | Ca (oltre antagonismo Mg; in acquariofilia come in agricoltura si usa Ca:Mg 4:1) |
12-15 | Mg (oltre antagonismo Ca) |
0,1-0,5 | Fe (0,5 per vasche spinte con molte piante, oltre dannoso per i pesci) |
0,01-0,3 | B (oltre fitotossico) |
0,01-0,05 | Cu (>0,1 tossico per alghe, >0,5 tossico per i batteri, anche quelli di filtro e fondo) |
0,01-0,1 | Zn |
0,01-0,3 | Mn |
0,001-0,01 | Mo |
0,3-0,4 | dS/m EC |
Vediamo di fare alcune considerazioni partendo dal Mikrom la cui composizione in % è:
Mg 3, SO3 6, Fe 4, B 0,5, Cu 0,5, Zn 1, Mn 4, Mo 0,2,
Ho quindi preparato una soluzione così composta: Acqua 100ml / Mikrom 10g.
Dosando settimanalmente 4ml di soluzione si ottengono i seguenti apporti:
Fe | 0,200 |
Mn | 0,200 |
B | 0,025 |
Mo | 0,010 |
Zn | 0,050 |
Cu | 0,025 |
Mg | 0,090 |
Quindi:
- la quantità di ferro è ovviamente corretta in quanto è il valore di target che è servito per calcolare la soluzione.
- Mn, B, Mo, Zn e Cu ricadono negli intervalli previsti.
- Non considero il Mg in quanto comunque utilizzo acqua di rubinetto dura (GH > 12) con abbondanti Mg e Ca (anche se non mi è noto il rapporto Ca/Mg)
Rimangono quindi 3 valori su cui ragionare:
NO3, CO2 e PO4 che sono i principali macro nonchè gli elementi del Redfield Ratio ovvero i valori dal cui equilibrio dipende la presenza di alghe in acquario.
Con l'introduzione del Mikrom vorrei tentare anche la riduzione della CO2 e di conseguenza le necessità di NO3 e PO4.
L'impianto a lievito di CO2 infatti non mi permette di regolare adeguatamente la dose di questo elemento e 'falsa' le necessità degli altri. Tenterò quindi di portare tutto a 'velocità' di richiesta minori.
Rimane un dubbio sull'oportunità di continuare o meno a dosare carbonio organico. Ultimamente non sembra più avere alcun effetto sulle piante per cui potrebbe essere sensata una sospensione se non altro per verificare la risposta dell'intero sistema acquario.
Dopo avere utilizzato per 4 settimane il Mikrom è rilevabile un primo cambiamento: con i vari fertilizzanti completi per acquario usati in precedenza il valore del ferro non era mai rilevabile, nemmeno misurando immediatamente dopo la fertilizzazione, neanche con fertilizzanti più specifici come il Ferropol. Misurando il valore del Fe in colonna pochi minuti dopo avere fertilizzato con il Mikrom sono riuscito a rilevare 0,2 mg/l. Questo sembrerebbe indicare un dosaggio più corretto e una migliore disponibilità in colonna.
martedì 19 aprile 2011
Reset
All'inizio del mese, nel giro di un paio di giorni, le filamentose che infestavano il primo piano sono esplose in una vera e propria infestazione che mi ha costretto ad un parziale reset della vasca.Non volendo comunque intervenire in maniera drastica ho eseguito una serie di piccoli passi progressivi nelle settimane successive:
- Aumento della quantità nel cambio d'acqua: il primo giorno ho effettuato subito un cambio di 10l su 80 invece di 5l poi nei successivi sono passato da 10l/settimana a 15-20l/settimana a seconda della necessità.
- Pulizia abbondante del fondo e sostituzione del perlon nel pre-filtro ad ogni cambio d'acqua
- Rimozione di tutte le piante infestate cercando di recuperarle con potatura dal basso.
Questa parte è quella più delicata. Ho tolto le piante agendo per piccole aree iniziando con lasciare un area completamente libera sia dalle piante che da alghe.
Poi, visto che le piante mostravano sofferenza nelle foglie più vecchie e basse (che erano anche quelle più infestate dalle alghe), ho cercato di recuperarne la parte alta ripiantumandole nella zona libera.
Ad ogni pulizia ho liberato un'area adiacente spostando le piantine superstiti nell'ultima area liberata. Dalla foto sopra è evidente la differenza fra la parte sinistra dove ho effettuato la pulizia e la destra ancora infestata dalle alghe. Come si vede la porzione di pianta recuperata è a volte minima e si riduce ad 1cm circa di apice.
- Aumento della quantità nel cambio d'acqua: il primo giorno ho effettuato subito un cambio di 10l su 80 invece di 5l poi nei successivi sono passato da 10l/settimana a 15-20l/settimana a seconda della necessità.
- Pulizia abbondante del fondo e sostituzione del perlon nel pre-filtro ad ogni cambio d'acqua
- Rimozione di tutte le piante infestate cercando di recuperarle con potatura dal basso.
Questa parte è quella più delicata. Ho tolto le piante agendo per piccole aree iniziando con lasciare un area completamente libera sia dalle piante che da alghe.
Poi, visto che le piante mostravano sofferenza nelle foglie più vecchie e basse (che erano anche quelle più infestate dalle alghe), ho cercato di recuperarne la parte alta ripiantumandole nella zona libera.
Ad ogni pulizia ho liberato un'area adiacente spostando le piantine superstiti nell'ultima area liberata. Dalla foto sopra è evidente la differenza fra la parte sinistra dove ho effettuato la pulizia e la destra ancora infestata dalle alghe. Come si vede la porzione di pianta recuperata è a volte minima e si riduce ad 1cm circa di apice.
martedì 22 marzo 2011
Alimenti alternativi
Dopo avere introdotto, all'inizio del mese, gli Otocinclus in acquario mi sono preoccupato di verificare il loro stato di salute in quanto so che a volte le alghe presenti in acquario non sono sufficienti a sfamarli.
Purtroppo non hanno ancora superato il trauma da trasloco e si nascondono fino allo spegnimento delle luci impedendomi sia di apprezzare la loro presenza, sia di verificare le loro condizioni.
Nel dubbio mi sono deciso ad integrare la loro dieta con delle verdure come spiegato in molti siti dedicati a questi pesci. A quanto pare il loro cibo preferito sono le zucchine in mancanza delle quali vengono consigliate delle patate. La verdura non va inserita così com'è ma va opportunamente sbollentata in acqua.
Ho cercato di introdurre i pezzettini di patata nell'angolino in cui transitano più spesso ma prima che potessero farsi vivi gli Hemigrammus bleheri hanno attaccato in massa il cibo con una voracità sorprendente... dopo che si sono saziati, in sequenza sono passati tutti gli altri pesci e alla fine le Caridina si sono impossessate definitivamente delle parti rimaste...
Non so se dopo che si sono spente le luci gli Otocinclus sono riusciti a sfamarsi con quello che rimaneva ma al mattino successivo il cibo era completamente scomparso.
Nei tentativi successivi ho cercato di somministrare i pezzetti di patata poco prima dello spegnimento delle luci sperando che gli Otocinclus avessero un opportunità in più di usufruirne.
Purtroppo non hanno ancora superato il trauma da trasloco e si nascondono fino allo spegnimento delle luci impedendomi sia di apprezzare la loro presenza, sia di verificare le loro condizioni.
Nel dubbio mi sono deciso ad integrare la loro dieta con delle verdure come spiegato in molti siti dedicati a questi pesci. A quanto pare il loro cibo preferito sono le zucchine in mancanza delle quali vengono consigliate delle patate. La verdura non va inserita così com'è ma va opportunamente sbollentata in acqua.
Ho cercato di introdurre i pezzettini di patata nell'angolino in cui transitano più spesso ma prima che potessero farsi vivi gli Hemigrammus bleheri hanno attaccato in massa il cibo con una voracità sorprendente... dopo che si sono saziati, in sequenza sono passati tutti gli altri pesci e alla fine le Caridina si sono impossessate definitivamente delle parti rimaste...
Non so se dopo che si sono spente le luci gli Otocinclus sono riusciti a sfamarsi con quello che rimaneva ma al mattino successivo il cibo era completamente scomparso.
Nei tentativi successivi ho cercato di somministrare i pezzetti di patata poco prima dello spegnimento delle luci sperando che gli Otocinclus avessero un opportunità in più di usufruirne.
venerdì 4 marzo 2011
Otocinclus affinis
Dopo averci pensato e ripensato molte volte finalmente ho deciso di aggiungere degli Otocinclus all'acquario. Ho dovuto attendere per un paio di mesi in quanto non erano mai disponibili ma alla fine sono riuscito ad avere tre esemplari che dopo i primi istanti di immobilità, dovuta al trauma del trasloco, sono scomparsi tra la vegetazione. Immaginando una simile reazione ho approfittato dei primi momenti di stasi per scattare delle foto dei nuovi inquilini.
Ho raccolto una serie di informazioni nel web e le ho riassunte in modo da averle sempre a disposizione:
Macrotocinclus affinis (Steindachner, 1877)
Classificazione: Actinopterygii / Siluriformes / Loricariidae / Hypoptopomatinae
Lungh. Max: 5.0 cm SL
Ambiente: Acqua dolce: acque correnti;
pH: 6,0 - 8,0;
dH: 5 - 19
temp: 20°C - 26°C
Differenze sessuali: le femmine mature sono molto più massicce.
Distribuzione: Sud America: vicinanze di Rio de Janeiro, Rio Negro e affluenti del fiume Meta.
Livello di nuoto: Medio e basso
Forma: La forma di questa specie richiama quella di un girino; il corpo allungato è attraversato da una fascia scura, ed è caratterizzato da una tonalità chiara in corrispondenza del ventre, e una decorazione maculata scura all'altezza del dorso; pinne incolori o verde pallido. Il muso è piuttosto lungo, e la bocca a forma di ventosa permette all'animale di ancorarsi al substrato, in zone soggette a forti correnti.
Comportamento: durante il giorno vive nascosto; esce in cerca di cibo nelle ore crepuscolari e di notte; sta spesso appeso verticalmente ai vetri o alle piante.I riproduttori depositano piccole quantità di uova facendole aderire al substrato o ai vetri; tale operazione viene ripetuta fino a quando non ne viene espulso un determinato quantitativo. Le uova, molto piccole, si schiudono in 2-3 giorni; gli avannotti vanno nutriti con naupli e vermiciattoli finemente tritati o con rosso d'uovo ridotto in polvere. Territoriale,vive in branchi e convive bene con altre specie.
In natura, gli esemplari vivono in acque chiare piuttosto impetuose, e si accalcano presso formazioni rocciose ricoperte di alghe o si addentano nei meandri della vegetazione subacquea.
Mangiano soprattutto alghe e diatomee. Nutririli con manigme in pastigle per pesci da fondo.
se le alghe non ci sono o sono poche, bisogna integrare la loro dieta con del mangime vegetale, o con della verdura vera e propria: foglie di lattuga, insalata, fettine di zucchine, cetroli, carote, patate (debitamente puliti e sbollentati per farli rimanere a fondo).
Fonti:
www.acquaportal.it
www.acquariofiliaitalia.it
www.fishbase.org
www.vergari.com
Ho raccolto una serie di informazioni nel web e le ho riassunte in modo da averle sempre a disposizione:
Macrotocinclus affinis (Steindachner, 1877)
Classificazione: Actinopterygii / Siluriformes / Loricariidae / Hypoptopomatinae
Lungh. Max: 5.0 cm SL
Ambiente: Acqua dolce: acque correnti;
pH: 6,0 - 8,0;
dH: 5 - 19
temp: 20°C - 26°C
Differenze sessuali: le femmine mature sono molto più massicce.
Distribuzione: Sud America: vicinanze di Rio de Janeiro, Rio Negro e affluenti del fiume Meta.
Livello di nuoto: Medio e basso
Forma: La forma di questa specie richiama quella di un girino; il corpo allungato è attraversato da una fascia scura, ed è caratterizzato da una tonalità chiara in corrispondenza del ventre, e una decorazione maculata scura all'altezza del dorso; pinne incolori o verde pallido. Il muso è piuttosto lungo, e la bocca a forma di ventosa permette all'animale di ancorarsi al substrato, in zone soggette a forti correnti.
Comportamento: durante il giorno vive nascosto; esce in cerca di cibo nelle ore crepuscolari e di notte; sta spesso appeso verticalmente ai vetri o alle piante.I riproduttori depositano piccole quantità di uova facendole aderire al substrato o ai vetri; tale operazione viene ripetuta fino a quando non ne viene espulso un determinato quantitativo. Le uova, molto piccole, si schiudono in 2-3 giorni; gli avannotti vanno nutriti con naupli e vermiciattoli finemente tritati o con rosso d'uovo ridotto in polvere. Territoriale,vive in branchi e convive bene con altre specie.
In natura, gli esemplari vivono in acque chiare piuttosto impetuose, e si accalcano presso formazioni rocciose ricoperte di alghe o si addentano nei meandri della vegetazione subacquea.
Mangiano soprattutto alghe e diatomee. Nutririli con manigme in pastigle per pesci da fondo.
se le alghe non ci sono o sono poche, bisogna integrare la loro dieta con del mangime vegetale, o con della verdura vera e propria: foglie di lattuga, insalata, fettine di zucchine, cetroli, carote, patate (debitamente puliti e sbollentati per farli rimanere a fondo).
Fonti:
www.acquaportal.it
www.acquariofiliaitalia.it
www.fishbase.org
www.vergari.com
martedì 1 marzo 2011
Potatura drastica
Finalmente ho deciso di effettuare una drastica potatura alle piante dell'acquario, soprattutto per dare maggior spazio ai pesci per nuotare.
In particolare ho abbassato il prato al centro e liberato l'area posteriore sia al centro che a destra. Approfittando dell'occasione ho spostato la pietra che stava più a destra e l'ho sormontata a quella centrale in modo che emergesse dalla vegetazione che la ricopriva.
Per il momento non ho voluto cercare alcun layout ma inconsciamente ho creato un perfetto triangolo centrale di primo piano che si contrappone ad un area vuota anch'essa triangolare che scende da sinistra a destra.
In particolare ho abbassato il prato al centro e liberato l'area posteriore sia al centro che a destra. Approfittando dell'occasione ho spostato la pietra che stava più a destra e l'ho sormontata a quella centrale in modo che emergesse dalla vegetazione che la ricopriva.
Per il momento non ho voluto cercare alcun layout ma inconsciamente ho creato un perfetto triangolo centrale di primo piano che si contrappone ad un area vuota anch'essa triangolare che scende da sinistra a destra.
martedì 22 febbraio 2011
Terzo anno
All'inizio di febbraio l'acquario ha compiuto il suo terzo anno di vita dall'avvio. Osservando le foto della sua evoluzione nel corso dello scorso anno mi è possibile cogliere i segni di un evoluzione che, avendolo tutti i giorni sotto gli occhi, è altrimenti impossibile notare.
Febbraio: l' Eleocharis acicularis in primo piano si stà sviluppando bene e le piante hanno uno sviluppo rigoglioso.
Marzo: Nella parte centrale del primo piano vengono introdotte delle talee di Hemianthus micranthemoides per riempire un area vuota. L'estetica generale dell'acquario è la stessa dei mesi precedenti.
Aprile: l'immagine sopra mostra l'acquario presentato all'ASE che era sicuramente al meglio della sua forma ma non presentava un layout molto ben definito. l' Eleocharis acicularis iniziava lentamente a regredire.
Maggio: Il layout presentato all'AAC era frutto di una attenta pulizia e potatura; probabilmente il massimo livello estetico raggiunto nel corso dell'anno senza modifiche alla struttura di base. Per differenziare ulteriormente la foto da quella presentata al precedente contest ho adottato nuovamente lo sfondo nero che ha il difetto di togliere profondità all'immagine ma ha il pregio di far risaltare i colori.
Giugno: Il lato sinistro del layout inzia a peggiorare a causa del progressivo (ormai ricorrente) peggioramento delle condizioni della Cardamine lyrata.
Luglio: Questa immagine rappresenta una prima pulizia e riorganizzazione del lato sinistro con la rotazione del tronco centrale e relativo arretramento della pietra su cui poggia. E' la prima modifica significativa effettuata da quando l'acquario è stato avviato.
Agosto-Settembre: Ulteriori peggioramenti della Cardamine Lyrata sul lato destro probabilmente aiutati da un tentativo di riduzione del regime di fertilizzazione e dalle alte temperature... il layout ha perso completamente l' impostazione dei mesi precedenti.
Ottobre: l' Eleocharis acicularis è invasa dalle staghorn e continua a regredire a favore dell' Hemianthus micranthemoides.
Novembre: La stabilizzazione della CO2 introdotta all'inizio di ottobre ha contribuito a una crescita molto rapida della vagetazione compresa la Cardamine Lyrata (in netta ripresa). Forte anche la crescita del cespuglio centrale di Hemianthus micranthemoides che ha costretto a forti potature settimanali.
Gennaio (2011): Layout eccessivamente pieno. Le piante sono sicuramente rigogliose ma l'insieme è soffocante... questa è la premessa ad una drastica potatura per riorganizzare il tutto.
Febbraio: l' Eleocharis acicularis in primo piano si stà sviluppando bene e le piante hanno uno sviluppo rigoglioso.
Marzo: Nella parte centrale del primo piano vengono introdotte delle talee di Hemianthus micranthemoides per riempire un area vuota. L'estetica generale dell'acquario è la stessa dei mesi precedenti.
Aprile: l'immagine sopra mostra l'acquario presentato all'ASE che era sicuramente al meglio della sua forma ma non presentava un layout molto ben definito. l' Eleocharis acicularis iniziava lentamente a regredire.
Maggio: Il layout presentato all'AAC era frutto di una attenta pulizia e potatura; probabilmente il massimo livello estetico raggiunto nel corso dell'anno senza modifiche alla struttura di base. Per differenziare ulteriormente la foto da quella presentata al precedente contest ho adottato nuovamente lo sfondo nero che ha il difetto di togliere profondità all'immagine ma ha il pregio di far risaltare i colori.
Giugno: Il lato sinistro del layout inzia a peggiorare a causa del progressivo (ormai ricorrente) peggioramento delle condizioni della Cardamine lyrata.
Luglio: Questa immagine rappresenta una prima pulizia e riorganizzazione del lato sinistro con la rotazione del tronco centrale e relativo arretramento della pietra su cui poggia. E' la prima modifica significativa effettuata da quando l'acquario è stato avviato.
Agosto-Settembre: Ulteriori peggioramenti della Cardamine Lyrata sul lato destro probabilmente aiutati da un tentativo di riduzione del regime di fertilizzazione e dalle alte temperature... il layout ha perso completamente l' impostazione dei mesi precedenti.
Ottobre: l' Eleocharis acicularis è invasa dalle staghorn e continua a regredire a favore dell' Hemianthus micranthemoides.
Novembre: La stabilizzazione della CO2 introdotta all'inizio di ottobre ha contribuito a una crescita molto rapida della vagetazione compresa la Cardamine Lyrata (in netta ripresa). Forte anche la crescita del cespuglio centrale di Hemianthus micranthemoides che ha costretto a forti potature settimanali.
Gennaio (2011): Layout eccessivamente pieno. Le piante sono sicuramente rigogliose ma l'insieme è soffocante... questa è la premessa ad una drastica potatura per riorganizzare il tutto.
martedì 11 gennaio 2011
I problemi del muschio
Negli ultimi mesi non ho avuto molto tempo da dedicare all'acquario quindi mi sono limitato ad una manutenzione ordinaria fatta di cambi d'acqua regolari e potature.
Le alghe sono state una presenza quasi costante anche se sono riuscito a contenerle. La loro presenza mi ha costretto a prendere coscienza che l'utilizzo dei muschi in acquario è sicuramente da sconsigliare a meno di non avere in mente dei layout che li richiedano esplicitamente. Ho infatti notato che vengono facilmente attaccati dalle alghe che tendono a soffocare lo stelo di muschio e poi ad utilizzare la materia morta che ne deriva come nutrimento per poi attaccare le piante circostanti.
Altro punto a sfavore è la facilità con cui i piccoli frammenti di muschio si diffondono nell'acquario ad ogni potatura andando a proliferare in maniera casuale soprattutto dove non vorremmo assolutamente che fosse presente.
Per rimediare alla cosa sono solito aspirare con il tubo di gomma il muschio man mano che lo taglio ma il rimedio non è sempre efficace.
Spero nel corso di questo mese di avere un po' più di tempo da dedicare al layout che, onestamente mi sta stancando. In particolare mi pare manchi di profondità e di spazi aperti sopratutto a sinistra...
Le alghe sono state una presenza quasi costante anche se sono riuscito a contenerle. La loro presenza mi ha costretto a prendere coscienza che l'utilizzo dei muschi in acquario è sicuramente da sconsigliare a meno di non avere in mente dei layout che li richiedano esplicitamente. Ho infatti notato che vengono facilmente attaccati dalle alghe che tendono a soffocare lo stelo di muschio e poi ad utilizzare la materia morta che ne deriva come nutrimento per poi attaccare le piante circostanti.
Altro punto a sfavore è la facilità con cui i piccoli frammenti di muschio si diffondono nell'acquario ad ogni potatura andando a proliferare in maniera casuale soprattutto dove non vorremmo assolutamente che fosse presente.
Per rimediare alla cosa sono solito aspirare con il tubo di gomma il muschio man mano che lo taglio ma il rimedio non è sempre efficace.
Spero nel corso di questo mese di avere un po' più di tempo da dedicare al layout che, onestamente mi sta stancando. In particolare mi pare manchi di profondità e di spazi aperti sopratutto a sinistra...
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