mercoledì 24 ottobre 2007

Carenze nutrizionali 2


Un ulteriore mese con pieno regime di fertilizzazione, luce e CO2 ha portato risultati impressionanti:

La cabomba è incontenibile, cresce velocissima e i fusti sono quasi il triplo di quelli iniziali, il muschio sta iniziando a crescere anche se le condizioni di acqua dura non sono le migliori.
Nello stesso periodo un inconveniente mi aveva fatto pensare a nuove carenze. I sintomi erano: la comparsa di una patina biancastra su alcune foglie della microsorum e un visibile "raggrinzimento" delle stesse accompagnato in alcuni casi una decolorazione delle foglie nella parte centrale della foglia stessa.
Ho poi scoperto che dopo una pulizia approfondita dell'acquario avevo dimenticato staccato il riscaldatore. La temperatura dell'acqua era quindi scesa dopo una settimana da 24/25 a 21/22 °C.
Il fatto che il problema fosse dovuto alla temperatura sembra confermato in quanto dopo aver ripristinato la temperatura ottimale il problema non si è più presentato (ovviamente avevo rimosso le foglie maggiormente rovinate).

giovedì 13 settembre 2007

Carenze nutrizionali

Tempo fa sul Forum di Acquagarden nel thread relativo alle carenze nutrizionali avevo postato un paio di foto ipotizzando delle deficienze macro-nutrienti da una parte e un eccessivo deposito di carbonati (polvere bianca) dall'altra. La polvere bianca indicava probabilmente che approfittando della durezza elevata dell'acqua le piante stessero tentando di sopperire alle carenze di CO2. Citando una risposta ricevuta nel forum “alcune piante in natura sono in grado acquisire la CO2 dal CO3H, polarizzando le foglie, acidificano la parte inferiore in modo da aumentare la CO2 e basificano la parte superiore, causando dei depositi”

Entrambi i sintomi affliggevano le microsorum pteporus mentre l'afflosciarsi della cabomba sembrava riconducibile alle sole carenze di nutrienti.

La vittima è un vecchio acquario attivo dal 2000 (dovrebbe ormai essere dismesso ma non ho avuto il tempo per avviare la nuova vasca) di 36 l netti con una illuminazione da 8w e CO2 DIY. Nitrati, nitriti, Fe totalmente assenti e PH fisso a 7,2. Acqua dura! Cambi 5l/settimana con acqua biocondizionata.
Concimazioni settimanali con concime Florena della Sera e Fe liquido. Mensili con le pastigliette della Sera (Florenette A).
Presenti nella vasca 3 Cory e 1 caridina (carico organico nullo).

Nelle condizioni suddette oltre ad un primo deperimento delle piante era evidente una totale assenza di alghe.

A partire da questa situazione
- Ho aumentato le concimazioni e non ho visto alcuna variazione.
- Ho spostato il neon sul davanti (sopra il cespuglio di Cabomba) e la cabomba è guarita o quasi; non è rigogliosa ma sicuramente nemmeno floscia come in precedenza. Nei punti più vicini alla luce sta bene anche se le foglie sono piccole rispetto a quelle viste in altri acquari.
- Ho interrotto la CO2 e le piante SI SONO RIPRESE tutte.

Quindi luce e CO2 sembrano ancora fondamentali ...

A questo punto galvanizzato dai miglioramenti ho aggiunto 6 cardinali e 3 chioccioline malesi (Melanoides tuberculata).


Due giorni dopo ho iniziato a dosare una goccia di fertilizzante giornaliero (JBL Ferropol 24).

Dopo ulteriori tre giorni dopo avevo le prime alghe sul vetro....

Non penso che il carico organico aggiunto dai 6 cardinali sia eccessivo quindi presumo che il fertilizzante giornaliero abbia un effetto bomba nel mettere a disposizione nutrienti in eccesso.

Le variazioni di cui accennavo sono tutte misurate in mesi tranne l'osservazione sulla immediata comparsa delle alghe che proprio per la sua velocità mi ha lasciato sorpreso.


I limiti dell' impianto di serie in wattaggio e scarsa espandibilità è proprio il motivo che mi ha spinto ad acquistare il nuovo acquario (da 120l) che monta neon standard (questo ha i neon piccoli). Preferisco non investire ulteriormente su questo acquario che al momento mi serve solo per far sopravvivere piante e pesci in attesa del nuovo alloggio.
E' chiaro che per me "sopravvivere" significa comunque farli stare al meglio quindi i miei sforzi nei loro confronti non calano.

Dopo avere lasciato stabilizzare il sistema, senza modificare la quantità di luce e il regime di fertilizzazione, ho reintrodotto la CO2 DIY.
Come si può vedere dall'immagine che allego, la pianta ha aumentato la distanza degli internodi.

I tempi di risposta sono stati di un paio di giorni, dopo tale periodo la pianta ha iniziato ad accelerare la crescita e cresce di un internodo a settimana.

Per 2 settimane la crescita è continuata senza mostrare deficienze di alcun tipo anzi la pianta sotto osservazione mostra un deciso irrobustimento. Nel frattempo i parametri fisici della vasca sono rimasti invariati.

Poiché la lunghezza degli internodi a mio parere indicava comunque una scarsità di luce, dopo le due settimane di cui sopra ho introdotto una parabola sopra al neon da 8W. Tale parabola, decisamente artigianale, è costituita da un tubo di cartone rivestito di carta d'alluminio per alimenti ed ha avuto l'effetto di aumentare drasticamente la quantità di luce (ad occhio l'impressione era di avere quasi il doppio di luce).

Dopo due settimane da tale modifica la crescita della pianta si è ridotta leggermente (minore distanza fra gli internodi) ma la pianta stessa si è irrobustita in maniera notevole.
La differenza del fusto fra prima e dopo e di un diametro doppio e visibilmente più robusto. Le foglie sono notevolmente ingrossate (erano quasi più belle prima dal punto di vista estetico).
Concludo osservando quindi che in base ai test ritengo nociva l'introduzione di CO2 in acquari con scarsa luminosità e che con un po' di carta di alluminio a volte si fanno miracoli :-)

martedì 8 maggio 2007

Akadama

Dal punto di vista acquaristico l' Akadama è una terra allofana e come tale tende ad assorbire nel primo periodo dell'allestimento tende ad assorbire tutti i nutrienti dal fondo.
Un buon sistema per ovviare a questo è di inserire al di sotto dell'akadama un fertilizante molto forte come ad es. l' Osmocote.
Inoltre per evitare sbilanciamenti di PH e KH è conveniente utilizzare acqua di rubinetto o in aternativa integrare con sali opportuni per almeno i primi 15/20 giorni di allestimento.

venerdì 23 marzo 2007

Il layout

A forza di cercare su internet un idea finalmente ho scelto dei possibili layout. Sono rimasto particolarmente colpito da due vasche:
1) La "
Old Chinese Garden" dell' AGA 2005



2) La "Two Schools" sempre dell'AGA 2005


La prima ha un classico layout a collinetta centrale, ma l'aggiunta della Nynphaea glandulifera nel punto focale rende molto particolare il layout. Chiaramente far dipendere tutto il risultato da un unica piante oltretutto alquanto caratteristica è un attimino ambizioso.
Quindi a meno di ripensamenti il secondo layout sarà il modello preferenziale.

Scelta del fondo

Dopo varie considerazioni la scelta del fondo cade su un fondo fertile. Probabilmente sarà akadama fine.
Lo spessore del fondo andrà da 5 a 7 cm. Quindi con una media di 6 saranno necessari l*p*h/1000=100x30x6/1000= 18 litri.
Quindi con un po' di margine dovrebbero essere sufficienti 20 litri di akadama...
Collegamento

venerdì 2 marzo 2007

Sintomi di carenza di micro/macroelementi nelle piante.

Fonte Aquagarden Forum:
Azoto
- clorosi (ingiallimento delle foglie) prima nelle foglie vecchie e poi in quelle giovani.
- caduta delle foglie (dopo la clorosi)
- Afflosciamento foglie in maniera significativa
- Perdita di colore nelle foglie a partire da quelle vecchie.
- Steli molto sottili

Fosforo
- sviluppo stentato
- perdita delle foglie più vecchie
- pigmenti rossastri
- clorosi lungo le nervature fogliari (prima nelle foglie più giovani)
- perdite delle foglie vecchie
- Perdita di lucidità fogliare
- Colorazioni marcate e/o tinte bronzee
- Arrossamento lungo le nervature

Potassio
- Perdita delle foglie basali
- indebolimento del fusto
- clorosi a chiazze e seguenti zone necrotiche sui margini
- zone fogliari annerite
- Ingiallimento dei bordi marcato nelle foglie più vecchie
- Imbrunimento (piccole ustioni al centro della foglia che vanno pian piano a ricoprire la pagina fogliare)
- Necrosi dei margini fogliari
- Nelle Hygrophilla buchi piccolini sulle foglie (da spillo)

Magnesio
- clorosi a chiazze prima sulle foglie vecchie
- perdita delle foglie vecchie
- macchie gialle o violacee sulla lamina fogliare
- ripiegamento verso l'alto dei margini fogliari
- Ingiallimento delle foglie tranne che nelle nervature prima sulle foglie vecchie
- Clorosi magnesiaca
- Moria degli apici radicali quando è possibile vederli

Calcio
- clorosi delle giovani foglie seguita da necrosi e caduta
- foglie deformate
- colore opaco delle foglie
- Foglie giallognole/biancastre
- Scolorimento generale e negli apici
- Necrosi ampia con marcescenza
- Non è possibile ridistribuire l’elemento in caso di crisi, perché si fissa stabilmente

Ferro
- clorosi molto evidente nelle foglie giovani a partire dalle nervature
- clorosi estesa su tutta la pianta
- Venature color giallo e/o bianco nelle foglie giovani

Manganese
- clorosi a chiazze e a striature

martedì 20 febbraio 2007

Nota sui fosfati

Per accrescersi le alghe che vivono in ambiente acquoso hanno bisogno di almeno 18 elementi. Elencati nell'ordine delle quantità necessarie essi sono: carbonio, azoto, potassio, fosforo, zolfo, sodio, silicio, calcio, ferro, vanadio, boro, molibdeno, manganese, zinco, cadmio, rame, cobalto e cloro. La domanda dei vari elementi non è uniforme: mentre occorrono grandi quantità di carbonio sono sufficienti tracce di cobalto. Eppure, se uno qualunque di questi elementi non è presente nella quantità indispensabile allo sviluppo della pianta, la crescita risulterà inibita. Questa particolare sostanza "in difetto" diventerà l'elemento limitante dell'accrescimento delle piante. Un alga media utilizza 106 atomi di carbonio per ogni 16 di azoto e ognuno di fosforo in un rapporto 106:16:1.

L'idea di controllare di preferenza il fosfato non è infondata perché la CO2 è comunque presente nell'aria e nei laghi in conseguenza della decomposizione dei materiali organici ad opera dei batteri di ogni genere. L'afflusso di azoto d'altro canto è difficile a controllarsi perché alcune alghe sono in grado di trarlo direttamente dall'aria.

Il fondo

Iniziamo dal fondo escludendo l'eventualità di cavetti riscaldanti o filtri sotto-sabbia.

In un suo blog Dusko Bojic ribadisce la necessità di un fondo ricco di ferro (preso come riferimento per gli altri elementi traccia) come prerequisito di un acquario con abbondanza di piante e scarsità di alghe. Giustifica questa affermazione in base alla migliore capacità delle piante di assorbire questi nutrienti dal fondo rispetto alle alghe che sono più competitive quando tali elementi sono messi a disposizione in forma liquida. Questo farebbe pendere la scelta verso fondi molto nutrienti.
Per contro in base ad alcune considerazioni ed esperienze Tom Barr esclude la necessità di fondi ricchi di ferro per tenere lontane le alghe in quanto fa derivare la presenza di alghe dall'eccesso di ammoniaca e dalla scarsità di un nutriente rispetto agli altri.
Sicuramente l'affermazione di Bojic se reale è valida solo per le piante che si ancorano e traggono nutrienti dal fondo. In questo momento nel progetto il numero di tali piante è inferiore a quelle che traggono i nutrienti direttamente dall'acqua (microsorum, lemna minor e vesicularia).
La scelta quindi dovrà tenere conto anche di altri elementi, per esempio in base a quanto affermato in vari forum sembra che i fondi commerciali come Seakem Fluorite, ADA Aquasoil o Akadama pura tendano a favorire l'emissione di radici e quindi l'attecchimento delle piante.
Viene in genere sconsigliata la sabbia fine per il rischio di creare zone anossiche (con carenza di ossigeno e possibile presenza di gas tossico) dovute alla compattazione del fondo. E' comunque vero che tale rischio dovrebbe essere di molto diminuito dalla presenza delle radici delle piante stesse che attuano scambi gassosi con il fondo.

L'obiettivo:

Il nuovo acquario è una vasca da 120 l lordi. Con filtro interno e riscaldatore in dotazione. Il tutto è ancora imballato e lo sarà per alcuni mesi (problemi di spazio) quindi approffitterò di questo tempo per progettare l'allestimento.

L'idea è quella di una vasca con piante e pesci in stile Amano. Biotopo pseudo-amazzonico.
Come pesci ipotizzo:

  1. Una "coppia" di scalari,
  2. una ventina di cardinali,
  3. una ventina di caridina o neocaridina
  4. 4 esemplari di otocinclus
  5. i miei 2 coridoras
Come piante recupererò almeno quelle dell'acquario attuale:
  1. microsorum pteporus
  2. vesicularia dubyana
  3. eleocharis
si vedrà il resto.

L'arredamento non è ancora deciso (tronchi o pietre), il fondo nemmeno.
La vasca avrà caratteristiche low-tech anche se ciò contrasta con l'obiettivo sul layout. Vorrei puntare su cambi d'acqua ridotti e una crescita delle piante non troppo spinta...

Formule sempre utili

Durezza dell'acqua:
Da un post del forum Aquagarden:

1 °dGH = 7,158 mg/l di Ca++
oppure:
1 °dGH = 4,341 mg/l di Mg++
Dato il valore del GH se sottrai la parte dovuta al calcio ottieni la parte dovuta al magnesio (e viceversa)
Per esempio: se hai dGH=10 e Ca++=50mg/l allora la parte del GH dovuta al calcio è 50/7.158=6,99°dGh
Quindi la parte del Gh dovuta al magnesio ° 10-6,99=3,01°dGh
Quindi la concentrazione del magnesio ° 3,01*4,341=13 mg/l

1° dkH = 21.8 mg/litro di HCO3-

Da Wikipedia:
La durezza viene generalmente espressa in gradi francesi (°F), dove un grado rappresenta 10 mg di carbonato di calcio (CaCO3) per litro di acqua (1°F = 10 mg/l = 10 ppm - parti per milione). Alternativamente è possibile esprimere il risultato come milligrammi di carbonato di calcio per litro di acqua. Il grains è un'unità di misura corrispondente a 64,8 mg di carbonato di calcio.
Altre unità di misura della durezza sono i gradi tedeschi (°T) con 1°T = quantità di sali equivalenti a 10 mg/l di ossido di calcio CaO (1°T = 1,79°F), i gradi °USA dove 1°USA = 1 mg/l di carbonato di calcio (1°USA = 1,71°F), (anche grains/galls) i meq/l e le ppm di carbonato o ossido di calcio.



Fattori di conversione:
1ft=30,48 cm
1G (us) = 3,785 l
1G (gb) = 4,546 l

CO2 nell'acqua:
Da Chuck's planted aquarium pages la quantità di CO2 disciolta nell'acqua è indipendente dal valore di partenza del Kh (tranne che agli estremi della scala) ed è data da:
CO2 (in PPM) = 3 * KH * 10( 7-pH )
quindi
pH=7,5+Log(KH)-Log(ppmCO2)

L'inizio

Inizio questo blog per me: come un agenda in cui prendere degli appunti sull'avvio e sullo sviluppo del mio nuovo acquario.
Se qualcuno troverà qualche spunto interessante ben venga, i commenti sono ben accetti.