Lo desideravo da un po'... alla fine ho deciso di farmi un piccolo regalo di Natale: il catalogo Tropica.
Il catalogo è consultabile anche on-line da un po' di tempo, ma la versione cartacea è indubbiamente più comoda e gratificante. Un vero e proprio punto di riferimento.
Il catalogo è arrivato nel giro di 10 giorni dalla Danimarca, in condizioni perfette, imballato in una busta di bolligomma, con tanto di tasse doganali e IVA assolte e già comprese nel prezzo.
Un paio di appunti:
Uno per il tipo di stampa a finitura opaca. Secondo me la finitura lucida avrebbe dato maggior risalto alle foto.
Il secondo per la grandezza delle foto che tutto sommato sono piccoline e non sempre aiutano ad identificare la pianta dove i disegni non sono di per se sufficienti.
lunedì 22 dicembre 2008
martedì 9 dicembre 2008
PO4
Come da attesa le alghe sono ricomparse.
Le piante cominciavano a presentare delle foglie di colore scuro con sintomi che sembravano indicare una carenza di fosfati, dopo avere tentato con altre soluzioni, ho deciso di aggiungere fosfati in acquario.
La cosa che mi ha convinto definitivamente a dosare fosfati è stato un articolo sul Redfield Ratio.
Il Redfield Ratio è il rapporto molecolare fra carbonio, azoto e fosforo nel fitoplancton. Il rapporto stechiometrico è C:N:P = 106:16:1 ed è stato definito in questo modo per la prima volta nel 1954 da Alfred C. Redfield.
L'articolo suddetto spiega che il rapporto ottimale fra N:P è 16:1. Al di sopra del 22 si hanno alte probabilità di sviluppo di alghe verdi. Al di sotto del 10 di alghe blu-verdi.
Avendo alghe filamentose (verdi) e sintomi da carenza di fosfati mi sono deciso a una blanda fertilizzazione di PO4.
Per fertilizzare solo PO4 mi sono rifatto ad una serie di discussioni di Aquagarden nelle quali si ipotizza l'utilizzo di Clisma Lax per dosare i fosfati.
Il Clisma Lax contiene in 100ml di prodotto 13,91 g di fosfato sodico monobasico e 3,18 g di fosfato sodico bibasico. Quindi 100 ml di clisma lax contengono 13,139 grammi di ione fosfato, un ml di soluzione contiene 131 mg di ione fosfato.
Quindi per dosare 0,1g di PO4 devo dosare 1/131/10=0,763ml di prodotto.
Quindi per avere 0,1ppm di PO4 su 80l netti di acqua necessito di: 0,763x80/1000=0.061ml di prodotto.
Essendo una dose difficile da misurare ho moltiplicato il valore per 100 e l'ho diluito in 100ml di acqua.
Con la soluzione ottenuta (PO4 sol.) riesco a dosare 0,1ppm di PO4 per 1ml di soluzione.
Ho dosato 1 ml di soluzione al sabato immediatamente dopo averla preparata e 1 ml al lunedì.
Al martedì sera ho effettuato un cambio parziale di 5l e tentando di rimuovere le alghe con lo spazzolino ho notato che si riducevano in polvere.
Ho notato che a fronte della seconda dose di soluzione, dopo poche ore, si sono formate in un unico punto delle alghe blu-verdi (ciano??), prontamente rimosse con lo spazzolino. Dopo tale problema ho pensato di distribuire la dose di soluzione in una superficie ampia e non sul getto di rientro dell'acqua in acquario.
Ho dosato al venerdi una terza dose da 1ml di soluzione, 24 ore prima del cambio settimanale. In questa maniera dovrei riuscire sfruttare al massimo le capacità di accumulo delle piante rispetto alle alghe.
Ripeterò l'operazione solo venerdì prossimo con la quarta dose e poi mi fermerò per osservare la risposta del sistema.
A 5 giorni di distanza dall'ultima dose noto che le alghe non aumentano come quantità (area coperta) ma continuano a essere presenti e a crescere in alcune zone. Le piante mostrano segni di ripresa in particolare l'Hemianthus micranthemoides che mostra molte punte verdi. Le foglie del Microsorum pteropus non mostrano più le punte colore violaceo.
Penso che utilizzerò queste piante come riferimento per individuare bassi valori di PO4 oltre all'eventuale comparsa di alghe verdi.
Le piante cominciavano a presentare delle foglie di colore scuro con sintomi che sembravano indicare una carenza di fosfati, dopo avere tentato con altre soluzioni, ho deciso di aggiungere fosfati in acquario.
La cosa che mi ha convinto definitivamente a dosare fosfati è stato un articolo sul Redfield Ratio.
Il Redfield Ratio è il rapporto molecolare fra carbonio, azoto e fosforo nel fitoplancton. Il rapporto stechiometrico è C:N:P = 106:16:1 ed è stato definito in questo modo per la prima volta nel 1954 da Alfred C. Redfield.
L'articolo suddetto spiega che il rapporto ottimale fra N:P è 16:1. Al di sopra del 22 si hanno alte probabilità di sviluppo di alghe verdi. Al di sotto del 10 di alghe blu-verdi.
Avendo alghe filamentose (verdi) e sintomi da carenza di fosfati mi sono deciso a una blanda fertilizzazione di PO4.
Per fertilizzare solo PO4 mi sono rifatto ad una serie di discussioni di Aquagarden nelle quali si ipotizza l'utilizzo di Clisma Lax per dosare i fosfati.
Il Clisma Lax contiene in 100ml di prodotto 13,91 g di fosfato sodico monobasico e 3,18 g di fosfato sodico bibasico. Quindi 100 ml di clisma lax contengono 13,139 grammi di ione fosfato, un ml di soluzione contiene 131 mg di ione fosfato.
Quindi per dosare 0,1g di PO4 devo dosare 1/131/10=0,763ml di prodotto.
Quindi per avere 0,1ppm di PO4 su 80l netti di acqua necessito di: 0,763x80/1000=0.061ml di prodotto.
Essendo una dose difficile da misurare ho moltiplicato il valore per 100 e l'ho diluito in 100ml di acqua.
Con la soluzione ottenuta (PO4 sol.) riesco a dosare 0,1ppm di PO4 per 1ml di soluzione.
Ho dosato 1 ml di soluzione al sabato immediatamente dopo averla preparata e 1 ml al lunedì.
Al martedì sera ho effettuato un cambio parziale di 5l e tentando di rimuovere le alghe con lo spazzolino ho notato che si riducevano in polvere.
Ho notato che a fronte della seconda dose di soluzione, dopo poche ore, si sono formate in un unico punto delle alghe blu-verdi (ciano??), prontamente rimosse con lo spazzolino. Dopo tale problema ho pensato di distribuire la dose di soluzione in una superficie ampia e non sul getto di rientro dell'acqua in acquario.
Ho dosato al venerdi una terza dose da 1ml di soluzione, 24 ore prima del cambio settimanale. In questa maniera dovrei riuscire sfruttare al massimo le capacità di accumulo delle piante rispetto alle alghe.
Ripeterò l'operazione solo venerdì prossimo con la quarta dose e poi mi fermerò per osservare la risposta del sistema.
A 5 giorni di distanza dall'ultima dose noto che le alghe non aumentano come quantità (area coperta) ma continuano a essere presenti e a crescere in alcune zone. Le piante mostrano segni di ripresa in particolare l'Hemianthus micranthemoides che mostra molte punte verdi. Le foglie del Microsorum pteropus non mostrano più le punte colore violaceo.
Penso che utilizzerò queste piante come riferimento per individuare bassi valori di PO4 oltre all'eventuale comparsa di alghe verdi.
lunedì 24 novembre 2008
Alghe scomparse
Con il problema delle alghe ancora presente, lo scorso mercoledì l'impianto luci si è guastato.
Inizialmente avevo pensato ad un guasto del reattore del neon quindi ho dovuto cercarne uno nuovo; in realtà la sostituzione dello starter e del reattore del neon non ha risolto il problema che, quindi, si è protratto per più giorni. Solo il venerdì sera, grazie ad un tester ho scoperto che il morsetto del reattore si era fuso all'interno per colpa di una cattiva connessione.
Quando ho sostituito il morsetto e riattivato le luci ho avuto una bella sorpresa: le alghe erano quasi scomparse del tutto. Avevo già letto che qualcuno oscura la vasca per fare sparire queste sgradite intruse ma i suggerimenti parlavano di buio totale e di almeno 4 giorni di oscurità. Nel mio caso la vasca continuava a ricevere la luce naturale di una finestra disposta a nord.
Le piante non solo sembrano non avere risentito del problema ma avevano addirittura un aspetto più rigoglioso... i muschi senza le filamentose erano meravigliosi.
Ecco un area del fondo in cui erano presenti le filamentose lunghe 3 o 4 cm minimo:
Questo è un pezzo di tronco sul quale ancora resistono. Qui mi piacerebbe rimanessero...danno al tronco un aspetto naturale...
Altre due aree nelle quali le alghe sono scomparse:
Chiaramente il problema non è risolto in quanto la deficienza o eccesso di nutrienti che ha causato il problema non è stato risolto. Infatti già alla domenica sera qualche filo di alga si stava allungando. Però questa situazione permette di partire, comunque, da una soluzione più "pulita" e con un arma in più per eliminare le alghe.
Inizialmente avevo pensato ad un guasto del reattore del neon quindi ho dovuto cercarne uno nuovo; in realtà la sostituzione dello starter e del reattore del neon non ha risolto il problema che, quindi, si è protratto per più giorni. Solo il venerdì sera, grazie ad un tester ho scoperto che il morsetto del reattore si era fuso all'interno per colpa di una cattiva connessione.
Quando ho sostituito il morsetto e riattivato le luci ho avuto una bella sorpresa: le alghe erano quasi scomparse del tutto. Avevo già letto che qualcuno oscura la vasca per fare sparire queste sgradite intruse ma i suggerimenti parlavano di buio totale e di almeno 4 giorni di oscurità. Nel mio caso la vasca continuava a ricevere la luce naturale di una finestra disposta a nord.
Le piante non solo sembrano non avere risentito del problema ma avevano addirittura un aspetto più rigoglioso... i muschi senza le filamentose erano meravigliosi.
Ecco un area del fondo in cui erano presenti le filamentose lunghe 3 o 4 cm minimo:
Questo è un pezzo di tronco sul quale ancora resistono. Qui mi piacerebbe rimanessero...danno al tronco un aspetto naturale...
Altre due aree nelle quali le alghe sono scomparse:
Chiaramente il problema non è risolto in quanto la deficienza o eccesso di nutrienti che ha causato il problema non è stato risolto. Infatti già alla domenica sera qualche filo di alga si stava allungando. Però questa situazione permette di partire, comunque, da una soluzione più "pulita" e con un arma in più per eliminare le alghe.
martedì 4 novembre 2008
Alghe filamentose
Dopo quasi un mese i problemi di alghe permangono.
Si tratta di normali alghe verdi filamentose non ramificate probabilmente del genere Oedogonium .
Tutti i rimedi finora provati non hanno dati risultati...
- I cambi d'acqua frequenti non portano alcun genere di cambiamento.
- La diminuzione del fotoperiodo da 12 a 10 ore non ha mostrato benefici.
- L'aumento dell'ossigenazione, ottenuto aumentanto il dislivello fra il tubo di rientro dal filtro all'acquario, ha comportato un iniziale arresto dello sviluppo algale ma la situazione si è attestata a questo nuovo livello.
- L'aumento di ossigenazione con areatore ha comportato un immediato aumento delle alghe e la comparsa dei sintomi di carenza da CO2 nelle piante.
- L'arresto della fertilizzazione non ha giovato ma la sua ripresa porta ad un immediata ripresa dello sviluppo algale.
In pratica l'unica cosa che porta un giovamento immediato è la rimozione manuale delle alghe.
In questo momento sto aspettando che il filtro si porti ad un nuovo equilibrio.
Ho modificato leggermente la filtrazione dividendo il primo strato filtrante meccanico, formato da lana di perlon, in due parti: La parte sottostante vicina alla spugna è stata pressata in modo da rallentare il flusso.
La parte superiore (molto sottile come spessore) viene lavata spesso per rimuovere la sporcizia ed in particolare le alghe che, in seguito alla pulizia, si vanno a depositare.
Si tratta di normali alghe verdi filamentose non ramificate probabilmente del genere Oedogonium .
Tutti i rimedi finora provati non hanno dati risultati...
- I cambi d'acqua frequenti non portano alcun genere di cambiamento.
- La diminuzione del fotoperiodo da 12 a 10 ore non ha mostrato benefici.
- L'aumento dell'ossigenazione, ottenuto aumentanto il dislivello fra il tubo di rientro dal filtro all'acquario, ha comportato un iniziale arresto dello sviluppo algale ma la situazione si è attestata a questo nuovo livello.
- L'aumento di ossigenazione con areatore ha comportato un immediato aumento delle alghe e la comparsa dei sintomi di carenza da CO2 nelle piante.
- L'arresto della fertilizzazione non ha giovato ma la sua ripresa porta ad un immediata ripresa dello sviluppo algale.
In pratica l'unica cosa che porta un giovamento immediato è la rimozione manuale delle alghe.
In questo momento sto aspettando che il filtro si porti ad un nuovo equilibrio.
Ho modificato leggermente la filtrazione dividendo il primo strato filtrante meccanico, formato da lana di perlon, in due parti: La parte sottostante vicina alla spugna è stata pressata in modo da rallentare il flusso.
La parte superiore (molto sottile come spessore) viene lavata spesso per rimuovere la sporcizia ed in particolare le alghe che, in seguito alla pulizia, si vanno a depositare.
Ecco come si presentano...
Su un tronco:All'uscita del filtro:
Sul fondo (visto dal lato destro):
giovedì 23 ottobre 2008
Hemianthus micranthemoides
Mi sono state regalate delle talee di una pianta, dall'aspetto molto gradevole, che ho identificato come Hemianthus micranthemoides.
Ecco alcune informazioni raccolte in giro per internet:
Hemianthus micranthemoides (sin. Micranthemum micranthemoides), Tropica No. 048A
Famiglia: Scrophulariaceae
Provenienza: North America
Altezza: 5-15+ cm (30 secondo alcune fonti)
larghezza: Width 5-15 cm
Luce: da 0,5 W/l in su
Temperatura: 18-28 °C
Durezza: ininfluente
pH: 5-8
Crescita : Veloce
Riproduzione : talea
Pianta palustre a stelo diffusa nel nord del continente americano, il fusto è sottile e raggiunge un altezza, indicativa, media di 15 cm, le foglie piccole (10 x 3 mm circa) e verde chiaro sono disposte in posizione decussata (diametralmente opposte tra loro).
I suoi getti, in condizioni adeguate di luce, sono striscianti, e possono diventare molto intensi e ramificati.
Preferisce un ph acido o neutro, fondo soffice, e regolare erogazione di co2.
Uno dei punti deboli è la sensibilità ai prodotti chimici utilizzati nei trattamenti in acquario.
Ecco alcune informazioni raccolte in giro per internet:
Hemianthus micranthemoides (sin. Micranthemum micranthemoides), Tropica No. 048A
Famiglia: Scrophulariaceae
Provenienza: North America
Altezza: 5-15+ cm (30 secondo alcune fonti)
larghezza: Width 5-15 cm
Luce: da 0,5 W/l in su
Temperatura: 18-28 °C
Durezza: ininfluente
pH: 5-8
Crescita : Veloce
Riproduzione : talea
Pianta palustre a stelo diffusa nel nord del continente americano, il fusto è sottile e raggiunge un altezza, indicativa, media di 15 cm, le foglie piccole (10 x 3 mm circa) e verde chiaro sono disposte in posizione decussata (diametralmente opposte tra loro).
I suoi getti, in condizioni adeguate di luce, sono striscianti, e possono diventare molto intensi e ramificati.
Preferisce un ph acido o neutro, fondo soffice, e regolare erogazione di co2.
Uno dei punti deboli è la sensibilità ai prodotti chimici utilizzati nei trattamenti in acquario.
lunedì 20 ottobre 2008
Sostituzione lampada 2
Il problema delle alghe e una certa insoddisfazione per la tonalità verdastra del neon mi hanno spinto a rianalizzare il problema luce.
Il punto fermo è che attualmente posso ospitare un solo neon T8 da 30W nella plafoniera e quindi devo massimizzare la sua resa.
I parametri da valutare sono:
- Temperatura di colore
- Resa cromatica
- PAR (radiazione fotosinteticamente attiva)
Takashi Amano nel secondo numero dell' "Online Aqua Journal" nell'articolo "The Light I Encountered Under Water" evidenzia come, secondo lui, le piante sommerse fotosintetizzano sfruttando principalmente la luce blu.
Nell'articolo "Light Transmissivity in Water" giustifica ulteriormente questa tesi mostrando il calo dell'efficienza della componente rossa all'aumentare della profondità.
Quindi attribuisce un certo valore alla temperatura di colore che a suo parere raggiunge un buon compromesso visivo/fotosintetico fra i 7000 e gli 8000 K.
Altre fonti (es. Luca Specchio in un'articolo del GAEM) attribuiscono alla radiazione blu un contributo alla proliferazione delle alghe che risulterebbero inibite dal rosso.
Mentre, Tom Barr, ribadisce la necessità di uno spettro in cui la componente verde non sia assente in quanto fondamentale al corretto sviluppo delle piante.
A questo punto l'ideale dovrebbe essere una lampada a spettro completo con emissione leggermente più elevata sul rosso che sul blu. Direi che la scelta dei 6500K rimane valida.
Per quanto riguarda la resa cromatica più è elevata (vicina a 100) più fedele è la resa dei
colori a parità di temperatura di colore. Tale parametro solitamente cala al crescere della temperatura di colore.
La PAR (dalla definizione di wikipedia) viene generalmente considerata pari al 50% della radiazione solare totale incidente. Si concentra nelle bande del blu e del rosso, con punte massime a 430 e 680 nm di lunghezza d'onda. Maggiore è tale indice maggiore il beneficio per le piante.
In un piacevole confronto sul forum di aquagarden mi è stato consigliato di utilizzare le Philips 965 o 865 in quanto sono le lampade che soddisfano il maggior numero di requisiti tra quelli espressi sopra.
Le 965 erano disponibili solo ordinando confezioni da 10 pezzi in su quindi ho acquistato una 865:
Philips Master TL-D Super 80
30W/865 1SL
Temperatura di colore: 6500 K
CRI: 85 Ra8
Flusso luminoso: 2300 lm
Vita utile ciclo 12h: 12.000 h circa
Confrontando la Philips 865 con la precedente Sylvania 765 noto una netta differenza di luminosità a favore della 865. A parità di temperature di colore inoltre la luce emessa dalla nuova lampada è molto più bianca dell'altra.
Il punto fermo è che attualmente posso ospitare un solo neon T8 da 30W nella plafoniera e quindi devo massimizzare la sua resa.
I parametri da valutare sono:
- Temperatura di colore
- Resa cromatica
- PAR (radiazione fotosinteticamente attiva)
Takashi Amano nel secondo numero dell' "Online Aqua Journal" nell'articolo "The Light I Encountered Under Water" evidenzia come, secondo lui, le piante sommerse fotosintetizzano sfruttando principalmente la luce blu.
Nell'articolo "Light Transmissivity in Water" giustifica ulteriormente questa tesi mostrando il calo dell'efficienza della componente rossa all'aumentare della profondità.
Quindi attribuisce un certo valore alla temperatura di colore che a suo parere raggiunge un buon compromesso visivo/fotosintetico fra i 7000 e gli 8000 K.
Altre fonti (es. Luca Specchio in un'articolo del GAEM) attribuiscono alla radiazione blu un contributo alla proliferazione delle alghe che risulterebbero inibite dal rosso.
Mentre, Tom Barr, ribadisce la necessità di uno spettro in cui la componente verde non sia assente in quanto fondamentale al corretto sviluppo delle piante.
A questo punto l'ideale dovrebbe essere una lampada a spettro completo con emissione leggermente più elevata sul rosso che sul blu. Direi che la scelta dei 6500K rimane valida.
Per quanto riguarda la resa cromatica più è elevata (vicina a 100) più fedele è la resa dei
colori a parità di temperatura di colore. Tale parametro solitamente cala al crescere della temperatura di colore.
La PAR (dalla definizione di wikipedia) viene generalmente considerata pari al 50% della radiazione solare totale incidente. Si concentra nelle bande del blu e del rosso, con punte massime a 430 e 680 nm di lunghezza d'onda. Maggiore è tale indice maggiore il beneficio per le piante.
In un piacevole confronto sul forum di aquagarden mi è stato consigliato di utilizzare le Philips 965 o 865 in quanto sono le lampade che soddisfano il maggior numero di requisiti tra quelli espressi sopra.
Le 965 erano disponibili solo ordinando confezioni da 10 pezzi in su quindi ho acquistato una 865:
Philips Master TL-D Super 80
30W/865 1SL
Temperatura di colore: 6500 K
CRI: 85 Ra8
Flusso luminoso: 2300 lm
Vita utile ciclo 12h: 12.000 h circa
Confrontando la Philips 865 con la precedente Sylvania 765 noto una netta differenza di luminosità a favore della 865. A parità di temperature di colore inoltre la luce emessa dalla nuova lampada è molto più bianca dell'altra.
giovedì 9 ottobre 2008
Grossi problemi
L'introduzione della nuova lampada e dei nuovi inquilini hanno portato (o perlomeno coincidono con l'arrivo) dei grossi problemi: alghe e una moria dei pesci.
Per quanto riguarda i pesci il giorno dopo l'introduzione dei nuovi inquilini (Black Neon) ne ho trovato uno morto. Ho pensato ad un individuo già provato che non aveva retto al trasferimento.
Poi nel giro di tre giorni ho perso altri due Black Neon, due cardinali e due corydoras che mi facevano compagnia da un po' di anni.
I corydoras presentavano sul corpo un paio di macchie color ruggine grandi meno di un millimetro non ho fatto in tempo a notare nessun altra anomalia. Non essendo riuscito ad individuare la malattia ho reagito in base informazioni che ricordavo di avere letto ed ho alzato di circa un paio di gradi la temperatura dell'acqua portandola quasi a 25°C. Inoltre ho aggiunto del biocondizionatore in vasca per far precipitare eventuali elementi tossici e cercare di proteggere i pesci. Non so se è stata conseguenza della mia attività ma la moria è terminata.
Sono quindi rimasti in vasca due Black Neon, tre Cardinali e 4 Caridina Japonica.
Quasi contemporaneamente ho avuto un esplosione algale con alghe a pennello che dopo alcuni giorni hanno raggiunto, in alcuni punti, quasi i 10 cm di lunghezza.
Ho iniziato con i cambi d'acqua ravvicinati e saltato una fertilizzazione settimanale stoppando anche la somministrazione giornaliera di potassio.
Attendo per vedere se diminuiscono...
Per quanto riguarda i pesci il giorno dopo l'introduzione dei nuovi inquilini (Black Neon) ne ho trovato uno morto. Ho pensato ad un individuo già provato che non aveva retto al trasferimento.
Poi nel giro di tre giorni ho perso altri due Black Neon, due cardinali e due corydoras che mi facevano compagnia da un po' di anni.
I corydoras presentavano sul corpo un paio di macchie color ruggine grandi meno di un millimetro non ho fatto in tempo a notare nessun altra anomalia. Non essendo riuscito ad individuare la malattia ho reagito in base informazioni che ricordavo di avere letto ed ho alzato di circa un paio di gradi la temperatura dell'acqua portandola quasi a 25°C. Inoltre ho aggiunto del biocondizionatore in vasca per far precipitare eventuali elementi tossici e cercare di proteggere i pesci. Non so se è stata conseguenza della mia attività ma la moria è terminata.
Sono quindi rimasti in vasca due Black Neon, tre Cardinali e 4 Caridina Japonica.
Quasi contemporaneamente ho avuto un esplosione algale con alghe a pennello che dopo alcuni giorni hanno raggiunto, in alcuni punti, quasi i 10 cm di lunghezza.
Ho iniziato con i cambi d'acqua ravvicinati e saltato una fertilizzazione settimanale stoppando anche la somministrazione giornaliera di potassio.
Attendo per vedere se diminuiscono...
mercoledì 1 ottobre 2008
Nuovi inquilini
Finalmente sono riuscito ad introdurre in acquario dei nuovi inquilini: 5 Hyphessobrycon herbertaxelrodi altrimenti denominati "Black Neon Tetra".
Si tratta di caracidi di aspetto e caratteristiche simili ai Cardinali a cui somigliano per forma se non per colore.
Ecco alcune informazioni rubate qua è là per comporre una scheda di questi pesci:
Hyphessobrycon herbertaxelrodi Géry, 1961
Famiglia: Characidae (Caracidi),
Ordine: Characiformes (Caraciformi)
Classe: Actinopterigi (pesci con pinne raggiate)
Nome FishBase: Black neon tetra
Dimensione massima: 3.2 cm SL
Ambiente: benthopelagico; Acqua dolce; pH range: 5.5 – 7.5; dH range: 15
Colorazione: Dorso marrone-chiaro, ventre argenteo. Tipica la fascia longitudinale verde iridescente, sotto la quale si estende una linea nera. Pinne trasparenti o giallastre.
Dimorfismo sessuale: Poco evidenziato. Femmina solitamente più robusta del maschio.
Diffusione: Brasile, nello Stato del Maro Grosso
Comportamento: Pacifico. In acquario vive negli strati superiori dell'acqua. Da tenere possibilmente in piccoli gruppi.
Ed ecco una foto, purtroppo non nitidissima, di parte del gruppo:
Si tratta di caracidi di aspetto e caratteristiche simili ai Cardinali a cui somigliano per forma se non per colore.
Ecco alcune informazioni rubate qua è là per comporre una scheda di questi pesci:
Hyphessobrycon herbertaxelrodi Géry, 1961
Famiglia: Characidae (Caracidi),
Ordine: Characiformes (Caraciformi)
Classe: Actinopterigi (pesci con pinne raggiate)
Nome FishBase: Black neon tetra
Dimensione massima: 3.2 cm SL
Ambiente: benthopelagico; Acqua dolce; pH range: 5.5 – 7.5; dH range: 15
Colorazione: Dorso marrone-chiaro, ventre argenteo. Tipica la fascia longitudinale verde iridescente, sotto la quale si estende una linea nera. Pinne trasparenti o giallastre.
Dimorfismo sessuale: Poco evidenziato. Femmina solitamente più robusta del maschio.
Diffusione: Brasile, nello Stato del Maro Grosso
Comportamento: Pacifico. In acquario vive negli strati superiori dell'acqua. Da tenere possibilmente in piccoli gruppi.
Ed ecco una foto, purtroppo non nitidissima, di parte del gruppo:
lunedì 29 settembre 2008
Sostituzione lampada
Dopo soli 10 mesi dalla prima accensione il neon di serie ha mostrato segni di cedimento: due belle bande scure alle estremità.
Avendo una sola lampada da 30W c'era la necessità di massimizzare la resa luminosa.
Girando tra vari siti e forum ho trovato tutti i pareri concordi sul fatto che, nel caso in cui sia possibile installare una sola lampada, la temperatura di colore ideale è nel range 4000-6500 K.
A questo punto una volta arrivato in negozio la scelta si è ristretta all'unico modello disponibile con i requisiti necessari:
Sylvania F30/54-765 T8 Daylight 6500K CRI=76
L'indice di luminosità è relativamente basso e la lampada è carente sul rosso ma le alternative erano lampade da 18.000 K (decisamente fredde se montate da sole).
La differenza di luminosità, dopo la sostituzione, era visibile a occhio nudo.
Avendo una sola lampada da 30W c'era la necessità di massimizzare la resa luminosa.
Girando tra vari siti e forum ho trovato tutti i pareri concordi sul fatto che, nel caso in cui sia possibile installare una sola lampada, la temperatura di colore ideale è nel range 4000-6500 K.
A questo punto una volta arrivato in negozio la scelta si è ristretta all'unico modello disponibile con i requisiti necessari:
Sylvania F30/54-765 T8 Daylight 6500K CRI=76
L'indice di luminosità è relativamente basso e la lampada è carente sul rosso ma le alternative erano lampade da 18.000 K (decisamente fredde se montate da sole).
La differenza di luminosità, dopo la sostituzione, era visibile a occhio nudo.
lunedì 15 settembre 2008
Test Ferro
Sabato scorso ho trovato un' altra neocaridina morta: l'analisi immediata dell'acqua non mostrava alcun valore anomalo rispetto al solito.
La Neocaridina Denticulata Sinensis var. Red viene indicata come un animale robusto, adattabile a varie condizioni dell'acqua, la cui vita può raggiungere l'anno e mezzo in condizioni ideali.
Visto che nessun altra specie mostra alcun problema, e non conoscendo l'età esatta dei miei esemplari, potrebbero anche essere arrivati al limite della loro vita naturale. Ma, conoscendo la loro sensibilità al ferro mi è sorto il dubbio di avere esagerato con la fertilizzazione di Fe.
Lo stato di alcune piante mi indicava esattamente il contrario
Quindi per eliminare qualsiasi dubbio ho deciso di acquistare un test per il Fe e la scelta è caduta su JBL (anche per mancanza di alternative immediatamente disponibili in negozio).
Il risultato del primo test indicava valori meno che nulli: il colore giallo del reagente non è stato nemmeno alterato.
A quel punto ho provveduto a fertilizzare normalmente e il secondo test si è portato a zero. Per verifica ho aggiunto qualche goccia di fertilizzante direttamente nella provetta di test e il reagente ha raggiunto in pochi secondi la colorazione massima indicando un corretto funzionamento dello stesso.
Non mi rimane che concludere che le indicazioni ricevute dalle piante sono confermate dal test: il ferro è carente e sarà necessario aumentare leggermente la fertilizzazione.
Per contro il prematuro decesso della Neocaridina non è attribuibile ad eccesso di Ferro e, presumo, nemmeno alle condizioni dell'acqua. Non mi resta che supporre che abbiano completato il loro ciclo vitale o che siano state
attaccate da qualcuno degli altri inquilini.
Ecco una foto di uno degli altri (sanissimi) inquilini dopo la fertilizzazione... arzillo come sempre.
La Neocaridina Denticulata Sinensis var. Red viene indicata come un animale robusto, adattabile a varie condizioni dell'acqua, la cui vita può raggiungere l'anno e mezzo in condizioni ideali.
Visto che nessun altra specie mostra alcun problema, e non conoscendo l'età esatta dei miei esemplari, potrebbero anche essere arrivati al limite della loro vita naturale. Ma, conoscendo la loro sensibilità al ferro mi è sorto il dubbio di avere esagerato con la fertilizzazione di Fe.
Lo stato di alcune piante mi indicava esattamente il contrario
Quindi per eliminare qualsiasi dubbio ho deciso di acquistare un test per il Fe e la scelta è caduta su JBL (anche per mancanza di alternative immediatamente disponibili in negozio).
Il risultato del primo test indicava valori meno che nulli: il colore giallo del reagente non è stato nemmeno alterato.
A quel punto ho provveduto a fertilizzare normalmente e il secondo test si è portato a zero. Per verifica ho aggiunto qualche goccia di fertilizzante direttamente nella provetta di test e il reagente ha raggiunto in pochi secondi la colorazione massima indicando un corretto funzionamento dello stesso.
Non mi rimane che concludere che le indicazioni ricevute dalle piante sono confermate dal test: il ferro è carente e sarà necessario aumentare leggermente la fertilizzazione.
Per contro il prematuro decesso della Neocaridina non è attribuibile ad eccesso di Ferro e, presumo, nemmeno alle condizioni dell'acqua. Non mi resta che supporre che abbiano completato il loro ciclo vitale o che siano state
attaccate da qualcuno degli altri inquilini.
Ecco una foto di uno degli altri (sanissimi) inquilini dopo la fertilizzazione... arzillo come sempre.
mercoledì 10 settembre 2008
Legatura del muschio
Dopo una potatura del muschio (taxiphyllum barbieri - java moss) ho provato una tecnica nuova per trapiantare l'eccedenza:
Normalmente il muschio viene legato a rocce o tronchi per facilitarne il naturale attecchimento, mentre in questo caso volevo usarlo come pianta da primo piano.
Dopo il taglio di circa 4 cm, di un ampio ventaglio di muschio, ho trattenuto la parte tagliata con le pinzette ed ho provveduto ad una legatura, con del filo di cotone scuro, a circa 5mm dalla base del taglio (come ho schematizzato nel disegno).
Tirando il nodo la base si restringe mentre la parte superiore rimane ordinatamente disposta verso l'alto. A quel punto è sufficiente tagliare il filo in eccedenza ed interrare il muschio fino alla legatura.
Nella foto si può notare la differenza fra un ciuffo di muschio legato (a destra) ed uno non legato che è cresciuto in maniera molto disordinata (a sinistra).
Normalmente il muschio viene legato a rocce o tronchi per facilitarne il naturale attecchimento, mentre in questo caso volevo usarlo come pianta da primo piano.
Dopo il taglio di circa 4 cm, di un ampio ventaglio di muschio, ho trattenuto la parte tagliata con le pinzette ed ho provveduto ad una legatura, con del filo di cotone scuro, a circa 5mm dalla base del taglio (come ho schematizzato nel disegno).
Tirando il nodo la base si restringe mentre la parte superiore rimane ordinatamente disposta verso l'alto. A quel punto è sufficiente tagliare il filo in eccedenza ed interrare il muschio fino alla legatura.
Nella foto si può notare la differenza fra un ciuffo di muschio legato (a destra) ed uno non legato che è cresciuto in maniera molto disordinata (a sinistra).
giovedì 28 agosto 2008
Sfondo
Ho approfittato delle ferie per costruire uno sfondo per l'acquario.
L'idea iniziale era di utilizzare del materiale plastico e di appoggiarlo alla parete posteriore sfruttando lo spazio presente fra il vetro ed il frame in plastica (della base e del coperchio per fissarlo). Essendo visibili dal vetro posteriore le cerniere di fissaggio del coperchio, che sono nere, la scelta del colore di sfondo nero per mascherarle è quasi obbligata.
Non sono riuscito però a trovare fogli plastici di colore nero opaco, quindi ho recuperato alcuni fogli di polipropilene del tipo usato per fare cartelline e valigette e lo ho rivestito con della carta adesiva nera opaca che avevo da parte.
Chiaramente ho sagomato il foglio in modo da includere le cerniere del coperchio e renderle invisibili.
Considero il lavoro risultante non definitivo ma utile ad avere un idea della resa dello sfondo.
La parte sinistra che ha le piante ben sviluppate è tutto sommato convincente in quanto il contrasto fra il verde delle piante ed il nero dello sfondo è adeguato. Le ombre alla base delle piante, inoltre, si confondono con lo sfondo e danno un naturale senso di profondità.
La parte destra (che è ancora parzialmente da piantumare) è deludente in quanto lo sfondo la appiattisce ulteriormente.
Se poi si confronta una foto con il nuovo sfondo e quella senza sfondo la perdita di profondità è ancora più evidente.
Tutto sommato penso che farò altre prove prima di decidere di adottare definitivamente lo sfondo nero.
L'idea iniziale era di utilizzare del materiale plastico e di appoggiarlo alla parete posteriore sfruttando lo spazio presente fra il vetro ed il frame in plastica (della base e del coperchio per fissarlo). Essendo visibili dal vetro posteriore le cerniere di fissaggio del coperchio, che sono nere, la scelta del colore di sfondo nero per mascherarle è quasi obbligata.
Non sono riuscito però a trovare fogli plastici di colore nero opaco, quindi ho recuperato alcuni fogli di polipropilene del tipo usato per fare cartelline e valigette e lo ho rivestito con della carta adesiva nera opaca che avevo da parte.
Chiaramente ho sagomato il foglio in modo da includere le cerniere del coperchio e renderle invisibili.
Considero il lavoro risultante non definitivo ma utile ad avere un idea della resa dello sfondo.
La parte sinistra che ha le piante ben sviluppate è tutto sommato convincente in quanto il contrasto fra il verde delle piante ed il nero dello sfondo è adeguato. Le ombre alla base delle piante, inoltre, si confondono con lo sfondo e danno un naturale senso di profondità.
La parte destra (che è ancora parzialmente da piantumare) è deludente in quanto lo sfondo la appiattisce ulteriormente.
Se poi si confronta una foto con il nuovo sfondo e quella senza sfondo la perdita di profondità è ancora più evidente.
Tutto sommato penso che farò altre prove prima di decidere di adottare definitivamente lo sfondo nero.
venerdì 25 luglio 2008
Fertilizzazione
Dopo avere usato per oltre un mese il bicarbonato di potassio KHCO3 per aggiungere potassio e alzare i carbonati (KH), riscontrando valori relativamente alti per KH e PH, ho deciso di passare al Solfato di Potassio (K2SO4).
Ho quindi acquistato 1Kg di K2SO4 che è la confezione minima che era disponibile in farmacia.
Quindi ho calcolato le dosi per la soluzione basandomi su un articolo di aquagarden "La preparazione delle soluzioni NPK"
In base ai pesi molecolari dei componenti si ha che 1g di K2SO4 contiene (p.m. 2*K+)/(p.m. K2SO4) = (2*39,098)/174,258 = 0,449g di potassio.
Quindi per fornire un grammo di K+ devo fornire 1/0,449 = 2,227g di K2SO4
Preparando 500 ml di soluzione per 80 litri netti di acquario dovrei avere:
2,227x500x80/1000=89,08 g K2SO4 da inserire in un recipiente e portare in soluzione con acqua fino a raggiungere 500ml (non aggiungendo 500 ml di acqua ma la parte di acqua sufficiente a portare a 500ml).La soluzione ottenuta mi doserebbe 1mg di K per ogni ml di soluzione aggiunto nell'acquario.
A differenza di quanto accadeva per il bicarbonato di potassio, però, qui abbiamo superato il grado di solubilità del solfato di potassio in acqua per cui è necessario preparare una soluzione più diluita.
Per comodità ho preparato una soluzione che fornisce 1mk di K per ogni 10 ml di soluzione inserendo una dose di un decimo (8,908 g).
Penso di alternare questa soluzione a quella di bicarbonato di potassio fino a trovare un giusto rapporto fra gli elementi.
Ho quindi acquistato 1Kg di K2SO4 che è la confezione minima che era disponibile in farmacia.
Quindi ho calcolato le dosi per la soluzione basandomi su un articolo di aquagarden "La preparazione delle soluzioni NPK"
In base ai pesi molecolari dei componenti si ha che 1g di K2SO4 contiene (p.m. 2*K+)/(p.m. K2SO4) = (2*39,098)/174,258 = 0,449g di potassio.
Quindi per fornire un grammo di K+ devo fornire 1/0,449 = 2,227g di K2SO4
Preparando 500 ml di soluzione per 80 litri netti di acquario dovrei avere:
2,227x500x80/1000=89,08 g K2SO4 da inserire in un recipiente e portare in soluzione con acqua fino a raggiungere 500ml (non aggiungendo 500 ml di acqua ma la parte di acqua sufficiente a portare a 500ml).La soluzione ottenuta mi doserebbe 1mg di K per ogni ml di soluzione aggiunto nell'acquario.
A differenza di quanto accadeva per il bicarbonato di potassio, però, qui abbiamo superato il grado di solubilità del solfato di potassio in acqua per cui è necessario preparare una soluzione più diluita.
Per comodità ho preparato una soluzione che fornisce 1mk di K per ogni 10 ml di soluzione inserendo una dose di un decimo (8,908 g).
Penso di alternare questa soluzione a quella di bicarbonato di potassio fino a trovare un giusto rapporto fra gli elementi.
martedì 22 luglio 2008
Trasloco
Finalmente...
sabato scorso sono riuscito ad effettuare il trasloco degli inquilini dal vecchio acquario al nuovo.
Con un po' di pazienza sono riuscito ad acchiappare con un secchiello di plastica i due Corydoras e 6 cardinali e a trasferirli nel nuovo acquario.
Sono riuscito a non ferirli in alcun modo ma sono rimasti ugualmente un po' traumatizzati e adesso si nascondono in mezzo alle piante.
sabato scorso sono riuscito ad effettuare il trasloco degli inquilini dal vecchio acquario al nuovo.
Con un po' di pazienza sono riuscito ad acchiappare con un secchiello di plastica i due Corydoras e 6 cardinali e a trasferirli nel nuovo acquario.
Sono riuscito a non ferirli in alcun modo ma sono rimasti ugualmente un po' traumatizzati e adesso si nascondono in mezzo alle piante.
venerdì 11 luglio 2008
Utricularia graminifolia
La scorsa settimana sono riuscito ad acquistare finalmente una pianta di utricularia graminifolia (Tropica No 049B) per il primo piano.
Si tratta di una piamta carnivora dotata di utricoli per la cattura di piccoli insetti, semiemersa, originaria dell' Asia. Non dovrebbe crescere più di 2-5 cm e quindi come prato dovrebbe essere eccezionale.
La vasca più famosa basata quasi essenzialmente su questa pianta penso sia quella di Oliver Knott presso lo Kölle-Zoo, Ludwigshafen .
Il tempo di acclimatazione, secondo più fonti, è di 6-8 settimana poi, nelle condizioni ottimali dovrebbe formare un prato in poco tempo.
Come consigliatomi dal venditore ho lasciato la maggior parte degli steli nel grondan interrandolo, ma ne ho estratta una parte per verificare la differenza di propagazione degli stoloni.
Per il momento la pianta è ancora sofferente per la spedizione...
Si tratta di una piamta carnivora dotata di utricoli per la cattura di piccoli insetti, semiemersa, originaria dell' Asia. Non dovrebbe crescere più di 2-5 cm e quindi come prato dovrebbe essere eccezionale.
La vasca più famosa basata quasi essenzialmente su questa pianta penso sia quella di Oliver Knott presso lo Kölle-Zoo, Ludwigshafen .
Il tempo di acclimatazione, secondo più fonti, è di 6-8 settimana poi, nelle condizioni ottimali dovrebbe formare un prato in poco tempo.
Come consigliatomi dal venditore ho lasciato la maggior parte degli steli nel grondan interrandolo, ma ne ho estratta una parte per verificare la differenza di propagazione degli stoloni.
Per il momento la pianta è ancora sofferente per la spedizione...
giovedì 10 luglio 2008
Vista laterale
lunedì 30 giugno 2008
Planorbis
Dopo avere cercato per un po' su internet sono riuscito ad identificare gli ospiti più piccoli dell'acquario...
Si tratta di Planorbis, lumachine che, stando alle informazioni del sito Acquariofilia Consapevole, sono da considerarsi "mediamente" infestanti. Il loro guscio è perlopiù trasparente con riflessi argentei. Un paio di esemplari mostravano una colorazione rosata.
Sembrano svolgere il loro compito ripulendo le alghe e le parte danneggiate delle piante.
Penso che siano entrate nell'acquario assieme all' hemianthus callitricoide visto che sono comparse subito dopo l'acquisto di questa pianta.
Avendo già avuto altre esperienze con lumachine so bene quanto possono essere utili e quanto, allo stesso modo, possono essere invadenti, per cui cercherò di tenere sotto controllo la situazione, rimuovendo man mano quelle in eccesso e trasferendole nel "cubo" che ho dedicato alle varie specie.
Si tratta di Planorbis, lumachine che, stando alle informazioni del sito Acquariofilia Consapevole, sono da considerarsi "mediamente" infestanti. Il loro guscio è perlopiù trasparente con riflessi argentei. Un paio di esemplari mostravano una colorazione rosata.
Sembrano svolgere il loro compito ripulendo le alghe e le parte danneggiate delle piante.
Penso che siano entrate nell'acquario assieme all' hemianthus callitricoide visto che sono comparse subito dopo l'acquisto di questa pianta.
Avendo già avuto altre esperienze con lumachine so bene quanto possono essere utili e quanto, allo stesso modo, possono essere invadenti, per cui cercherò di tenere sotto controllo la situazione, rimuovendo man mano quelle in eccesso e trasferendole nel "cubo" che ho dedicato alle varie specie.
venerdì 27 giugno 2008
Carenze 4
I sintomi di carenza stanno sparendo!
Dopo la prematura morte di una neocaridina ho ripristinato la CO2 e, nella fretta, ho anche esagerato con il lievito per cui l'emissione di CO2 è decisamente alta.
Non so se si tratta di una conseguenza diretta ma in una sola giornata la Limnophila è crescita di 5 cm abbondanti in alcuni steli e il fusto sembra raddoppiato...
Bisogna tenere presente che, da quando sono comparsi i primi problemi, ho, comunque, iniziato a fertilizzare con Bicarbonato di Potassio e che nelle ultime due settimane ho alzato la dose di fertilizzante da 10 a 15 ml.
La somma di queste cose sembra avere risolto i vari sintomi di carenza:
Il muschio, le microsorium e le due piante di anubias sono stabili in buone condizioni anche se le alcune foglie di microsorium non sembrano riprendersi dai problemi precedenti.
La cardamine sembra ancora soggetta a clorosi in alcune foglie più vecchie ma presenta nuove crescite; l'echinodorus è stabile.
L' hemianthus callitricoide stà stolonando in maniera incredibile rispetto a prima.
Nei prossimi giorni vedrò di effettuare le dovute verifiche misurando i valori dell'acqua e valutando i progressi.
mercoledì 25 giugno 2008
Primo disastro
Ieri sera osservando l'acquario ho notato in un angolo una neocaridina sinensis a pancia in su.
Dopo una veloce verifica ho dovuto rassegnarmi a constatare che era effettivamente morta.
Mi sono preoccupato immediatamente di testare i parametri dell'acqua e rispetto al solito ho rilevato un PH leggermente più alto (7,4 anzichè 7,2) e una temperatura abbastanza elevata (27,8 °C). Entrambi i valori erano comunque ampiamente nel range di tollerabilità della specie che sono per altro dubbi in quanto fonti diverse indicano range notevolmente diversi. C'è da dire comunque che secondo alcune fonti il PH era vicino al limite e questo assieme ad altri fattori può aver causato il problema.
Mi sono premurato di effettuare immediatamente un cambio d'acqua con il doppio scopo di migliorarne la qualità e abbassare la temperatura. Inoltre ho ripristinato l'impianto di CO2 DIY che avevo mantenuto fermo a causa delle carenze mostrate dalle piante. La CO2 dovrebbe teoricamente abbassare il valore del PH e questo dovrebbe giovare.
Ecco una foto delle due tanichette per la CO2:
In questa foto (che risale a qualche settimana fa) la tanichetta di destra è quasi easurita mentre quella di sinistra è appena caricata. A valle della barretta forata di plastica bianca (che serve solo per distanziare i tubicini in modo da tenerli fermi) ci sono due valvole di non ritorno (una per ciascuna tanichetta) che oltre a impedire il rientro dell'acqua dell'acquario, permettono di staccare una tanichetta alla volta senza che dal relativo tubicino esca la CO2 prodotta dall'altra tanica.
I tubi che escono dalle due valvole di non ritorno si uniscono in una giunzione T che convoglia la CO2 ad una normale porosa per la diffusione. La porosa come si intravede da questa foto è stata scelta di colore verde per mimetizzarla tra le piante ed posizionata vicino all'ingresso del filtro.
Dopo una veloce verifica ho dovuto rassegnarmi a constatare che era effettivamente morta.
Mi sono preoccupato immediatamente di testare i parametri dell'acqua e rispetto al solito ho rilevato un PH leggermente più alto (7,4 anzichè 7,2) e una temperatura abbastanza elevata (27,8 °C). Entrambi i valori erano comunque ampiamente nel range di tollerabilità della specie che sono per altro dubbi in quanto fonti diverse indicano range notevolmente diversi. C'è da dire comunque che secondo alcune fonti il PH era vicino al limite e questo assieme ad altri fattori può aver causato il problema.
Mi sono premurato di effettuare immediatamente un cambio d'acqua con il doppio scopo di migliorarne la qualità e abbassare la temperatura. Inoltre ho ripristinato l'impianto di CO2 DIY che avevo mantenuto fermo a causa delle carenze mostrate dalle piante. La CO2 dovrebbe teoricamente abbassare il valore del PH e questo dovrebbe giovare.
Ecco una foto delle due tanichette per la CO2:
In questa foto (che risale a qualche settimana fa) la tanichetta di destra è quasi easurita mentre quella di sinistra è appena caricata. A valle della barretta forata di plastica bianca (che serve solo per distanziare i tubicini in modo da tenerli fermi) ci sono due valvole di non ritorno (una per ciascuna tanichetta) che oltre a impedire il rientro dell'acqua dell'acquario, permettono di staccare una tanichetta alla volta senza che dal relativo tubicino esca la CO2 prodotta dall'altra tanica.
I tubi che escono dalle due valvole di non ritorno si uniscono in una giunzione T che convoglia la CO2 ad una normale porosa per la diffusione. La porosa come si intravede da questa foto è stata scelta di colore verde per mimetizzarla tra le piante ed posizionata vicino all'ingresso del filtro.
mercoledì 18 giugno 2008
Carenze 3
E' passato quasi un mese dall'inzio della fertilizzazione con il bicarbonato di potassio. Nel frattempo, viste le ulteriori carenze manifestate dalla Limnophila , da una settimana ho provveduto ad aumentare di 1/3 la dose di fertilizzante settimanale portando a 15ml.
Il muschio, le microsorium e le due piante di anubia sono decisamente in ripresa e, in particolare le ultime, hanno nuovi getti. I tassi di crescita del muschio sono comunque minori rispetto a primo trasferimento in vasca.
La cardamine sembra ancora soggetta a clorosi mentre l'echinodorus è stabile. La limnophila sembra avere le punte in miglioramento ma la parte più bassa perde decisamente le foglie. La crescita è comunque minore di quanto lo fosse all'inizio.
Sul pratino di hemianthus callitricoide ho quasi perso le speranze: in alcune zone sembra crescere lentamente mentre, in contemporanea, altre zone si spogliano. Probabilmente la luce è insufficiente.
Fra due zone frontali di prato sono comparse alghe in notevole quantità. Sono presenti solo in quest' area che, secondo me, potrebbe coincidere con il punto in cui la corrente deposita in maniera maggiore i fertilizzanti...per verificare la cosa proverò a fertilizzare con l'aiuto di una siringa o a disperdere maggiormente il fertilizzante mentre lo verso in vasca.
Due fatti decisamente positivi riguardo la qualità dell'acqua:
- I test sembrano misurare valori stabili. Ciò indicherebbe che l'aggiunta di bicarbonato di potassio è stata utile in questo senzo.
- Due caridina japonica sembrano avere le uova. Questo depone (in teoria) a favore della qualità dell'acqua.
Il muschio, le microsorium e le due piante di anubia sono decisamente in ripresa e, in particolare le ultime, hanno nuovi getti. I tassi di crescita del muschio sono comunque minori rispetto a primo trasferimento in vasca.
La cardamine sembra ancora soggetta a clorosi mentre l'echinodorus è stabile. La limnophila sembra avere le punte in miglioramento ma la parte più bassa perde decisamente le foglie. La crescita è comunque minore di quanto lo fosse all'inizio.
Sul pratino di hemianthus callitricoide ho quasi perso le speranze: in alcune zone sembra crescere lentamente mentre, in contemporanea, altre zone si spogliano. Probabilmente la luce è insufficiente.
Fra due zone frontali di prato sono comparse alghe in notevole quantità. Sono presenti solo in quest' area che, secondo me, potrebbe coincidere con il punto in cui la corrente deposita in maniera maggiore i fertilizzanti...per verificare la cosa proverò a fertilizzare con l'aiuto di una siringa o a disperdere maggiormente il fertilizzante mentre lo verso in vasca.
Due fatti decisamente positivi riguardo la qualità dell'acqua:
- I test sembrano misurare valori stabili. Ciò indicherebbe che l'aggiunta di bicarbonato di potassio è stata utile in questo senzo.
- Due caridina japonica sembrano avere le uova. Questo depone (in teoria) a favore della qualità dell'acqua.
venerdì 6 giugno 2008
Carenze 2
Dopo due settimane dall'inizio della fertilizzazione con KHCO3 la situazione è la seguente:
- Sono passato da 2 a 3 ml/giorno di soluzione a base di KHCO3
- Doso 1 goccia di Ferropool Daily al giorno
- 2 Cambi da 10 l e 2 dosi da 5ml di Ferropool weekly a settimana.
Risultato:
Il muschio (taxiphillum barbieri) si stà lentamente riprendendo con nuovi getti di un bel colore verde.
L'anubias barteri è decisamente in buone condizioni e continua ad emettere nuovi getti.
L'echinodorus cresce lentamente ma in buone condizioni .
La cardamine lyrata è decisamente sofferente e mostra molte fogle in clorosi.
La microsorium è stabile bene al mattino mostra qualche sbiancamento alla sera ???
La limnophila è in una condizione anomala a fronte di una buona ripresa alle estremità , sta perdendo le foglie più vecchie che sono decisamente necrotiche. In generale ha un aspetto sofferente con una forte dominante gialla delle foglie. Aspetterò qualche giorno per valutare se si sta riprendendo o se peggiora...
- Sono passato da 2 a 3 ml/giorno di soluzione a base di KHCO3
- Doso 1 goccia di Ferropool Daily al giorno
- 2 Cambi da 10 l e 2 dosi da 5ml di Ferropool weekly a settimana.
Risultato:
Il muschio (taxiphillum barbieri) si stà lentamente riprendendo con nuovi getti di un bel colore verde.
L'anubias barteri è decisamente in buone condizioni e continua ad emettere nuovi getti.
L'echinodorus cresce lentamente ma in buone condizioni .
La cardamine lyrata è decisamente sofferente e mostra molte fogle in clorosi.
La microsorium è stabile bene al mattino mostra qualche sbiancamento alla sera ???
La limnophila è in una condizione anomala a fronte di una buona ripresa alle estremità , sta perdendo le foglie più vecchie che sono decisamente necrotiche. In generale ha un aspetto sofferente con una forte dominante gialla delle foglie. Aspetterò qualche giorno per valutare se si sta riprendendo o se peggiora...
giovedì 22 maggio 2008
Carenze
Da quando a fine marzo sono comparse le prime alghe non sono scomparse.
Nel frattempo la Limnophila ha rallentato la crescita e nella Microsorium sono comparsi i primi sintomi di quella che sembrava essere una clorosi per mancanza di ferro.
Dopo aver fornito quotidianamente ferro per oltre un mese non vi sono state migliorie, anzi la Cardamine Lyrata ha iniziato a ingiallire mentre le foglie più piccole (nuova crescita) mostravano un colore bronzeo. Dopo qualche giorno sono comparsi i primi buchetti sulle foglie come dalla foto che segue:
Nell'echinodorus una foglia oltre ai buchi sono comparsi segni di necrosi evidenti:
Ho quindi costruito una tabella di diagnosi che si può consultare on line http://docs.google.com/Doc?id=dgmnpj7p_5c5r9phdx
dalla quale si può dedurre che i sintomi sono attribuibili ad una carenza di Potassio (K) indotta probabilmente dal fondo in Akadama.
Per rimediare ho pensato di utilizzare del bicarbonato di potassio KHCO3 che oltre ad aggiungere potassio permette di alzare i carbonati (KH) che nella vasca tendono ad essere bassi.
Ho quindi acquistato 500g di KHCO3 per un prezzo pari a metà di un qualsiasi concime commerciale di fascia bassa.
Quindi ho calcolato le dosi per la soluzione basandomi su un articolo di Aquagarden: "La preparazione delle soluzioni NPK".
In base ai pesi molecolari dei componenti si ha che 1g di KHCO3 fornisce 0,387 g di K e 0,61 g di HCO3.
Per dosare 1g/l di K devo inserire 1/0,387=2,584 g di KHCO3
Preparando 500 ml di soluzione per 80 litri netti di acquario dovrei avere:
2,584x500x80/1000=103.36 g KHCO3 da inserire in un recipiente e portare in soluzione con acqua fino a raggiungere 500ml (non aggiungendo 500 ml di acqua ma la parte di acqua sufficiente a portare a 500ml).
La soluzione ottenuta mi doserebbe 1mg di K per ogni ml di soluzione aggiunto nell'acquario.
Volendo puntare a 20 mg/l in acquario dovrei dosare 20ml apportando quindi anche
20*0.61/0.387=31.52 mg di HCO3 e sapendo che 1°KH =21,8 mg di HCO3 apporterei 1,43 dKH.
Poichè 20mg/l di K è il target settimanale e non volendo iniziare con una dose così massiccia ho deciso di dosare 2 ml di soluzione al giorno per un totale di 14mg/l di K a settimana. Tenendo conto che il cambio con acqua di rubinetto dovrebbe portarmi 1,42 mg/l di K (dichiarati dall'ente dell'acquedotto) dovrei arrivare a circa 16mg/l.
Vedremo quindi se questa soluzione è sufficiente o se aggiungendo il potassio si andranno a manifestare carenze di altri elementi.
Nel frattempo la Limnophila ha rallentato la crescita e nella Microsorium sono comparsi i primi sintomi di quella che sembrava essere una clorosi per mancanza di ferro.
Dopo aver fornito quotidianamente ferro per oltre un mese non vi sono state migliorie, anzi la Cardamine Lyrata ha iniziato a ingiallire mentre le foglie più piccole (nuova crescita) mostravano un colore bronzeo. Dopo qualche giorno sono comparsi i primi buchetti sulle foglie come dalla foto che segue:
Nell'echinodorus una foglia oltre ai buchi sono comparsi segni di necrosi evidenti:
Ho quindi costruito una tabella di diagnosi che si può consultare on line http://docs.google.com/Doc?id=dgmnpj7p_5c5r9phdx
dalla quale si può dedurre che i sintomi sono attribuibili ad una carenza di Potassio (K) indotta probabilmente dal fondo in Akadama.
Per rimediare ho pensato di utilizzare del bicarbonato di potassio KHCO3 che oltre ad aggiungere potassio permette di alzare i carbonati (KH) che nella vasca tendono ad essere bassi.
Ho quindi acquistato 500g di KHCO3 per un prezzo pari a metà di un qualsiasi concime commerciale di fascia bassa.
Quindi ho calcolato le dosi per la soluzione basandomi su un articolo di Aquagarden: "La preparazione delle soluzioni NPK".
In base ai pesi molecolari dei componenti si ha che 1g di KHCO3 fornisce 0,387 g di K e 0,61 g di HCO3.
Per dosare 1g/l di K devo inserire 1/0,387=2,584 g di KHCO3
Preparando 500 ml di soluzione per 80 litri netti di acquario dovrei avere:
2,584x500x80/1000=103.36 g KHCO3 da inserire in un recipiente e portare in soluzione con acqua fino a raggiungere 500ml (non aggiungendo 500 ml di acqua ma la parte di acqua sufficiente a portare a 500ml).
La soluzione ottenuta mi doserebbe 1mg di K per ogni ml di soluzione aggiunto nell'acquario.
Volendo puntare a 20 mg/l in acquario dovrei dosare 20ml apportando quindi anche
20*0.61/0.387=31.52 mg di HCO3 e sapendo che 1°KH =21,8 mg di HCO3 apporterei 1,43 dKH.
Poichè 20mg/l di K è il target settimanale e non volendo iniziare con una dose così massiccia ho deciso di dosare 2 ml di soluzione al giorno per un totale di 14mg/l di K a settimana. Tenendo conto che il cambio con acqua di rubinetto dovrebbe portarmi 1,42 mg/l di K (dichiarati dall'ente dell'acquedotto) dovrei arrivare a circa 16mg/l.
Vedremo quindi se questa soluzione è sufficiente o se aggiungendo il potassio si andranno a manifestare carenze di altri elementi.
mercoledì 14 maggio 2008
lunedì 21 aprile 2008
Primi ospiti
Finalmente sabato sono arrivati i primi ospiti dell'acquario. Non ho ancora trasferito i pesci dalla vecchia vasca perchè sto aspettando che il prato attecchisca e i Corydoras non sono molto compatibili con questo obiettivo, ma nel frattempo ho ordinato delle Caridina e Neocaridina.
Per insondabili leggi di mercato i costi delle Caridina Japonica sono alle stelle così con le mie finanze ho potuto permettermi un ordine di solo 4 esemplari. Per altrettanto misteriose leggi dei trasporti ne sono arrivate solo tre. Dalle dimensioni sembrano essere 1 femmina e 2 maschi. I punti laterali non sono ancora così visibili da permettere l'identificazione certa. Ecco un esemplare intento nella sua attività preferita: divorare le alghe!Oltre alle Caridina Japonica sono riuscito a permettermi delle Neocaridina spp. che ho dovuto ordinare "alla cieca". A fronte di un prezzo molto più basso si ha una fornitura a sorpresa...
In base ad alcune foto ritrovate sul web tenderei ad identificarle come "Neocaridina denticulata sinensis".
Eccone una su una roccia:
Dopo appena una giornata di permanenza ho potuto osservare che le alghe sugli arredi e sulle piante sono ridotte a metà. Si osservi nelle foto le differenze fra l'area di colore verde/marrone e l'area bianca dove hanno già banchettato.
Per insondabili leggi di mercato i costi delle Caridina Japonica sono alle stelle così con le mie finanze ho potuto permettermi un ordine di solo 4 esemplari. Per altrettanto misteriose leggi dei trasporti ne sono arrivate solo tre. Dalle dimensioni sembrano essere 1 femmina e 2 maschi. I punti laterali non sono ancora così visibili da permettere l'identificazione certa. Ecco un esemplare intento nella sua attività preferita: divorare le alghe!Oltre alle Caridina Japonica sono riuscito a permettermi delle Neocaridina spp. che ho dovuto ordinare "alla cieca". A fronte di un prezzo molto più basso si ha una fornitura a sorpresa...
In base ad alcune foto ritrovate sul web tenderei ad identificarle come "Neocaridina denticulata sinensis".
Eccone una su una roccia:
Dopo appena una giornata di permanenza ho potuto osservare che le alghe sugli arredi e sulle piante sono ridotte a metà. Si osservi nelle foto le differenze fra l'area di colore verde/marrone e l'area bianca dove hanno già banchettato.
Hemianthus callitrichoides
Dopo aver cercato, senza successo, per settimane una piantina di Utricularia Graminifolia, la scorsa settimana in un negozio ho visto un paio di piantine di Hemianthus callitrichoides.
Nonostante la luce disponibile nel mio acquario non sia molta ho deciso di acquistare entrambi i vasetti.
Per piantare le piantina le ho separate in piccoli mazzetti e tolto quanto più possibile il "grondan" che avvolgeva le radici. Poi con un paio di piccole pinzette ho piantato i singoli ciuffi ben distanziati fra di oro.
In attesa che inizino a radicare ho scattato una foto d'insieme:
Nonostante la luce disponibile nel mio acquario non sia molta ho deciso di acquistare entrambi i vasetti.
Per piantare le piantina le ho separate in piccoli mazzetti e tolto quanto più possibile il "grondan" che avvolgeva le radici. Poi con un paio di piccole pinzette ho piantato i singoli ciuffi ben distanziati fra di oro.
In attesa che inizino a radicare ho scattato una foto d'insieme:
venerdì 11 aprile 2008
Limnophila Sessiflora
Circa un anno e mezzo fa un collega mi ha regalato una pianta che gli era stata venduta come Cabomba e come tale l'ho identificata fino a qualche giorno fa.
Casualmente sfogliando uno dei libri in mio possesso ho notato come le foto della Cabomba e della Limnophila fossero state scambiate fra di loro: in una pagina dove si parlava di piante a stelo le foto erano corrette mentre nelle schede delle piante erano invertite. Dopo aver verificato con altre fonti ho scoperto (ovviamente) che l'errore c'era ma era al contrario. La pianta che avevo sempre identificato come Cabomba è in realtà una Limnophila Sessiflora.
L'errore, a quanto leggo in giro, è molto comune e la maggior parte dei testi demandano l'identificazione all'osservazione dei fiori. In realtà l'identificazione è abbastanza semplice: osservando il fusto della pianta nel punto in cui si dipartono le foglie la Cabomba ha due rami opposti sui quali si apre il ventaglio di foglie. La Limnophila presenta invece una raggiera di rami dai quali si diparte il ventaglio di foglie come nella foto che segue:Non molto nitida ma sufficientemente comprensibile...
La differenza è notevole. La Limpnophila è una pianta molto più adattabile della Cabomba e questo spiega gli ottimi risultati ottenuti anche con poca luce. Il tasso di crescita nel mio acquario è di circa 5 cm alla settimana.
Quando poto le piante a volte ripianto gli apici sostituendo parte delle piante già radicate. Questo perchè ho notato che dopo alcune potature i fusti tendono a sfibrarsi e rompersi; inoltre gli apici sono, solitamente, più folti.
La potatura favorisce anche la comparsa di nuovi getti alla base e in questo caso cerco di preservarli.
L'effetto di un gruppo di queste piante visto dall'alto è meraviglioso. Ecco una foto (volutamente sfocata) dell'insieme:
Casualmente sfogliando uno dei libri in mio possesso ho notato come le foto della Cabomba e della Limnophila fossero state scambiate fra di loro: in una pagina dove si parlava di piante a stelo le foto erano corrette mentre nelle schede delle piante erano invertite. Dopo aver verificato con altre fonti ho scoperto (ovviamente) che l'errore c'era ma era al contrario. La pianta che avevo sempre identificato come Cabomba è in realtà una Limnophila Sessiflora.
L'errore, a quanto leggo in giro, è molto comune e la maggior parte dei testi demandano l'identificazione all'osservazione dei fiori. In realtà l'identificazione è abbastanza semplice: osservando il fusto della pianta nel punto in cui si dipartono le foglie la Cabomba ha due rami opposti sui quali si apre il ventaglio di foglie. La Limnophila presenta invece una raggiera di rami dai quali si diparte il ventaglio di foglie come nella foto che segue:Non molto nitida ma sufficientemente comprensibile...
La differenza è notevole. La Limpnophila è una pianta molto più adattabile della Cabomba e questo spiega gli ottimi risultati ottenuti anche con poca luce. Il tasso di crescita nel mio acquario è di circa 5 cm alla settimana.
Quando poto le piante a volte ripianto gli apici sostituendo parte delle piante già radicate. Questo perchè ho notato che dopo alcune potature i fusti tendono a sfibrarsi e rompersi; inoltre gli apici sono, solitamente, più folti.
La potatura favorisce anche la comparsa di nuovi getti alla base e in questo caso cerco di preservarli.
L'effetto di un gruppo di queste piante visto dall'alto è meraviglioso. Ecco una foto (volutamente sfocata) dell'insieme:
martedì 1 aprile 2008
Settima e ottava settimana
Sono passati due mesi e finalmente la situazione comincia a stabilizzarsi. Le ultime misure fatte danno i seguenti valori:
Per memorizzare le varie misure mi sono costruito un programmino e ho aggiunto la funzionalità di tracciare un grafico. Ecco l'andamento delle misure dall'avvio della vasca:
E' facile notare la totale assenza di nitriti e un assestamento dei nitrati a 20 ppm. Il Ph oscilla, in base all'orario in cui viene effettuata la misura, fra 6.6 e 7,2 con un valore medio di 6.9.
Sia la durezza totale (dGH) che la durezza carbonatica (dKH) continuano a oscillare ma con escursioni sempre minori. Nel frattempo i cambi da giornalieri sono diventati bisettimanali (10 litri ad ogni cambio).
Data | Ora | NO2 | NO3 | dGh | dKh | pH | °C |
26/03/08 | 19:10 | 0 | 20 | 13 | 6 | 7,0 | 24,5 |
30/03/08 | 11:20 | 0 | 20 | 8 | 3 | 6,6 | 24,7 |
Per memorizzare le varie misure mi sono costruito un programmino e ho aggiunto la funzionalità di tracciare un grafico. Ecco l'andamento delle misure dall'avvio della vasca:
E' facile notare la totale assenza di nitriti e un assestamento dei nitrati a 20 ppm. Il Ph oscilla, in base all'orario in cui viene effettuata la misura, fra 6.6 e 7,2 con un valore medio di 6.9.
Sia la durezza totale (dGH) che la durezza carbonatica (dKH) continuano a oscillare ma con escursioni sempre minori. Nel frattempo i cambi da giornalieri sono diventati bisettimanali (10 litri ad ogni cambio).
lunedì 31 marzo 2008
Alghe
Eccole! Alla fine sono arrivate...
Alghe puntiformi sui vetri posteriori (solo qualche punto su quelli frontali).
Alghe a pennello sulle foglie delle Anubias
Una leggera peluria verde sulle rocce.
Sono comparse tutte assieme nell'arco di un paio di giorni. Voglio essere ottimista e pensare che sia solo un segno che la vasca sta maturando...
Una cosa negativa (che si può notare anche nella seconda foto) è che le Anubias hanno reagito male e dopo un paio di settimane dalla piantumazione mostrano delle evidenti necrosi e le foglie tendono a staccarsi. Vista la tipologia di crescita della pianta (molto lenta) escluderei che si possa trattare della reazione a carenze di qualche elemento, anche perchè altre piante come la Cardamine Lyrata stanno reagendo bene. Devo solo supporre che la pianta venga da coltivazione emersa e stia subendo uno shock da adattamento.
Ho notato inoltre la presenza di alcuni vermicelli di colore bianco che sono risultati impossibili da fotografare sia per le loro dimensioni (quasi tutti da 1mm tranne uno che forse arrivava a 4mm) sia per lo scarso contrasto (sono quasi trasparenti). SI muovono a scatti improvvisi nella corrente o rimangono fissi sul vetro dell'acquario. Dopo essermi documentato un po' ho scoperto che probabilmente sono Anellidi e sono un indice di una buona qualità dell'acqua.
Sono sicuro che appena introdurrò i pesci non rimarranno per molto in vista...
Alghe puntiformi sui vetri posteriori (solo qualche punto su quelli frontali).
Alghe a pennello sulle foglie delle Anubias
Una leggera peluria verde sulle rocce.
Sono comparse tutte assieme nell'arco di un paio di giorni. Voglio essere ottimista e pensare che sia solo un segno che la vasca sta maturando...
Una cosa negativa (che si può notare anche nella seconda foto) è che le Anubias hanno reagito male e dopo un paio di settimane dalla piantumazione mostrano delle evidenti necrosi e le foglie tendono a staccarsi. Vista la tipologia di crescita della pianta (molto lenta) escluderei che si possa trattare della reazione a carenze di qualche elemento, anche perchè altre piante come la Cardamine Lyrata stanno reagendo bene. Devo solo supporre che la pianta venga da coltivazione emersa e stia subendo uno shock da adattamento.
Ho notato inoltre la presenza di alcuni vermicelli di colore bianco che sono risultati impossibili da fotografare sia per le loro dimensioni (quasi tutti da 1mm tranne uno che forse arrivava a 4mm) sia per lo scarso contrasto (sono quasi trasparenti). SI muovono a scatti improvvisi nella corrente o rimangono fissi sul vetro dell'acquario. Dopo essermi documentato un po' ho scoperto che probabilmente sono Anellidi e sono un indice di una buona qualità dell'acqua.
Sono sicuro che appena introdurrò i pesci non rimarranno per molto in vista...
martedì 25 marzo 2008
Dati tecnici
Alcuni dati tecnici dell'acquario e degli accessori:
Vasca: Pacific 100 da 120 litri lordi chiusa, con filtro interno a 3 comparti siliconato ad una parete laterale. Volume dichiarato del filtro 5,7x27x30 cm. Data di imballaggio dichiarata 14/11/2006.
La vasca è un imitazione (di produzione Ceca) del "Aquatlantis - Aquadream 100" con il vantaggio rispetto a questo modello di non avere il filtro siliconato centralmente e con un costo che è metà dell'originale.
Illuminazione: La plafoniera di serie ha spazio per un solo neon e la vasca viene venduta con una lampada
Xing Xing F30 T8 da 30W con colorazione leggermente rosata. Nel sito del produttore è impossibile rintracciare questo modello.
Pompa: in dotazione la P-P302 Pacific da 450 l/h 6,5 W. A pieno regime può far girare l'intero volume netto di acqua per 4 volte in un ora. La pompa ha una ricca dotazione di tubi e raccordi per farla lavorare in varie configurazioni.
Riscaldatore: in dotazione Pacific P-H150 da 150 W, tarato da me a 24,7 °C. Ha una spia che indica quando è acceso. Sempre utile per controllare il funzionamento.
Alla dotazione standard ho aggiunto un termometro digitale Karlie con doppia sonda stanza/vasca.
Vasca: Pacific 100 da 120 litri lordi chiusa, con filtro interno a 3 comparti siliconato ad una parete laterale. Volume dichiarato del filtro 5,7x27x30 cm. Data di imballaggio dichiarata 14/11/2006.
La vasca è un imitazione (di produzione Ceca) del "Aquatlantis - Aquadream 100" con il vantaggio rispetto a questo modello di non avere il filtro siliconato centralmente e con un costo che è metà dell'originale.
Illuminazione: La plafoniera di serie ha spazio per un solo neon e la vasca viene venduta con una lampada
Xing Xing F30 T8 da 30W con colorazione leggermente rosata. Nel sito del produttore è impossibile rintracciare questo modello.
Pompa: in dotazione la P-P302 Pacific da 450 l/h 6,5 W. A pieno regime può far girare l'intero volume netto di acqua per 4 volte in un ora. La pompa ha una ricca dotazione di tubi e raccordi per farla lavorare in varie configurazioni.
Riscaldatore: in dotazione Pacific P-H150 da 150 W, tarato da me a 24,7 °C. Ha una spia che indica quando è acceso. Sempre utile per controllare il funzionamento.
Alla dotazione standard ho aggiunto un termometro digitale Karlie con doppia sonda stanza/vasca.
lunedì 17 marzo 2008
Quinta e sesta settimana
Dopo il cambio di regime della terza settimana ho proseguito fino alla sesta con cambi giornalieri di 10 litri d'acqua.
Questo ha stabilizzato i valori anche PH e dKH sembrano attestarsi a valori bassi.
Fra il giorno 10 ed il giorno 15 non è stato effettuato alcun cambio anche se il giorno 14 avendo notato la presenza di un notevole biofilm superficiale ho rimosso, con un bicchiere, circa 1l di acqua dalla superficie.
In questo modo, oltre a rimuovere parte del biofilm manualmente, il dislivello fra l'uscita del filtro e la superficie è aumentato di 0,5 cm e questo doveva contribuire a "spezzare" il biofilm e ad alzare il PH grazie all'aumento di movimento superficiale.
Nessuna delle due cose è andata a buon fine. Il giorno 15 ho effettuato un cambio di 15 litri d'acqua e nell'occasione ho introdotto una pianta di Cardamine lyrata e una di Anubias barteri che, visto il buon sviluppo, ho suddiviso in 4 piante separate.
Questo ha stabilizzato i valori anche PH e dKH sembrano attestarsi a valori bassi.
Data | Ora | NO2 | NO3 | dGh | dKh | pH | °C |
01/03/08 | 15:57 | 0 | 5 | 12 | 4 | 6,6 | 24,3 |
05/03/08 | 20:31 | 0 | 20 | 10 | 6 | 7,0 | 24,7 |
08/03/08 | 11:10 | 0 | 5 | 12 | 4 | 6,6 | 24,7 |
11/03/08 | 18:47 | 0 | 25 | 12 | 6 | 6,8 | 24,7 |
15/03/08 | 11:30 | 0 | 20 | 14 | 3 | 6,4 | 24,7 |
16/03/08 | 21:00 | 0 | 20 | 14 | 4 | 6,6 | 24,7 |
In questo modo, oltre a rimuovere parte del biofilm manualmente, il dislivello fra l'uscita del filtro e la superficie è aumentato di 0,5 cm e questo doveva contribuire a "spezzare" il biofilm e ad alzare il PH grazie all'aumento di movimento superficiale.
Nessuna delle due cose è andata a buon fine. Il giorno 15 ho effettuato un cambio di 15 litri d'acqua e nell'occasione ho introdotto una pianta di Cardamine lyrata e una di Anubias barteri che, visto il buon sviluppo, ho suddiviso in 4 piante separate.
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